Una legge di Bilancio scritta a Bruxelles, con buona pace dei sovranisti e della sfida arrogante lanciata dal governo gialloverde all'Europa. Alla fine, dopo mesi persi colpevolmente tra slogan, pagliacciate al balcone e spread, è prevalsa la necessità del dialogo con la Commissione europea.

L'azione del Presidente Mattarella in questo frangente è stata essenziale per ottenere attenzione e ascolto da parte delle autorità comunitarie e per far uscire l'Italia dall'isolamento nel quale il governo Salvini-Di Maio l'avevano cacciata. Le buone notizie purtroppo finiscono qui. Il comportamento tenuto in questi mesi dal governo - in particolare dai due Vice Premier - ha bruciato risorse importanti, ha creato incertezza e allarme tra le imprese, ha prodotto maggiore precarietà nel mondo del lavoro. Non c'è un provvedimento di questo governo gialloverde che abbia messo davvero al centro i problemi reali delle persone, delle famiglie, delle aziende. Salvini continua ad agitare i temi dell'immigrazione e della sicurezza, alimentando le paure e l'odio contro i più deboli, proponendo e approvando un decreto che invece provocherà maggiore illegalità e insicurezza. Il M5S cerca di recuperare consenso con il decreto anticorruzione ma i tempi della "purezza" sono lontani e le magagne personali dei principali esponenti del movimento rendono il loro giustizialismo sempre più indigesto, mentre su tutti gli altri terreni ogni giorno di più emerge una drammatica subalternità culturale e politica nei confronti della Lega. Intanto l'economia rallenta, i risparmiatori fuggono dall'Italia, i posti di lavoro diminuiscono e la legge di Bilancio che approda al Parlamento in queste ore è figlia di una grande finzione: i "numerini" sono cambiati e non di poco ma Lega e M5S si affannano nel dire che "reddito di cittadinanza" e "quota 100" restano identici a prima. Nella nottata di ieri sono finalmente arrivate in Senato le cifre e le norme del maxi emendamento su cui il Governo si appresta a mettere la fiducia ed è evidente che siamo in presenza - per riprendere le parole del nostro capogruppo in commissione Misiani - di un "bagno di sangue" con una stangata in arrivo dal 2020 su famiglie e imprese e tagli significativi su molti capitoli importanti, a partire dalle misure "bandiera" di Lega e 5S. Ciò che appare sempre più chiaro è l'estrema debolezza e confusione della proposta su due nodi cruciali: come promuovere e sollecitare la crescita- in un quadro economico internazionale che presenta segni di rallentamento - e come sostenere concretamente le fasce più deboli della società. Su questi punti il Pd deve concentrare la sua critica e, sapendo che in Parlamento non ci sarà alcuna possibilità di modificare l'impianto della manovra, è necessario spostare il centro della nostra iniziativa fuori, nei territori, nel mondo del lavoro, nella società. I fatti di queste settimane ci dicono che c'è al tempo stesso uno spazio e un'urgenza. Il governo gialloverde non è così forte e stabile come sembra. La disillusione verso forze politiche che hanno promesso mari e monti e che oggi si presentano con una manovra finanziaria rabberciata e dannosa si farà sentire. E' ogni giorno più evidente che Salvini rappresenta - sul piano culturale e politico - una nuova destra, pericolosa, autoritaria e populista. Una destra che va fermata, contrastata, battuta politicamente ricostruendo con le tante energie che si muovono nel campo democratico e progressista le ragioni di una rinnovata unità. Se il Pd non si mette al servizio di questo sforzo straordinario di unità e di innovazione non fa il suo dovere nei confronti del nostro Paese. Ma per riuscirci serve una spinta nuova, una leadership nuova, un gruppo dirigente largo, diffuso, libero da condizionamenti. Di questo ci dobbiamo occupare nel congresso, di questo dobbiamo discutere con i nostri iscritti ed elettori, su questo si devono misurare i candidati alla segreteria nazionale. Questo stiamo facendo con Nicola Zingaretti nelle tante iniziative che si stanno svolgendo in questi giorni. Non ci interessano le polemiche e i politicismi. Ci interessano i contenuti e le idee per cambiare profondamente il Pd, per renderlo più forte e capace di costruire una prospettiva nuova per il futuro dell'Italia. (Marina Sereni)