CAMUSSO (CGIL): "PARE CI SIA INTESA CON BRUXELLES MA SU QUALE MANOVRA!" FURLAN (CISL): "SE NON CI SARA' CONFRONTO CON SINDACATI: MOBILITAZIONE ". BARBAGALLO (UIL): "NON C'E' ANCORA ACCORDO CON NOI" 

"Pare che ci sia un'intesa con l'Europa,

ma nessuno sa esattamente su quale manovra, quindi continuiamo ad essere critici rispetto ad una impostazione che non ha un progetto per il Paese, che non affronta il tema degli investimenti e della creazione di lavoro, che continua ad essere il nodo fondamentale dell'Italia e della sua prospettiva". Lo ha detto Susanna Camusso, a margine degli attivi unitari Cgil Cisl Uil a Napoli. "Se non ci saranno risposte, cominceremo a domandarci come reagire con la mobilitazione", annuncia. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e Quota 100 sulle pensioni, Camusso ha poi precisato: "Il nostro problema principale riguarda i giovani, tra disoccupazione, precarietà e migrazione; quindi il tema fondamentale è il lavoro. "Non c'è dubbio che abbiamo bisogno di una riforma delle pensioni. "Quota cento è una risposta parziale rispetto ai temi della riforma delle pensioni, così come indubbiamente c'è un tema di contrasto alla povertà e un tema di inclusione. Ma l'idea che sia solo quello il versante su cui concentrarsi, senza affrontare il tema del lavoro, non ha prospettive". Anche Anna Maria Furlan, segretario generale della Cisl, agli attivi unitari a Milano si è espressa in tale direzione: "Il presidente del consiglio Conte - ha detto - ha garantito che ci sarà un confronto con i sindacati su tutti i temi che riguardano la manovra. Se questo confronto non ci sarà useremo tutti gli strumenti in nostro possesso e la mobilitazione sindacale". "Riteniamo - ha aggiunto - che il tema del lavoro è centrale e su questo ci aspettiamo risposte dal governo". E Ganga a Roma "Abbiamo chiarito al Premier Conte che il discorso sulle pensioni non può e non deve limitarsi a “quota 100” ma il Governo deve aprire ora con le parti sociali un confronto su tutti gli altri temi che abbiamo elencato nella piattaforma unitaria: la “pensione contributiva di garanzia per i giovani”; il riconoscimento della differenza dei lavori ai fini pensionistici; il pieno riconoscimento a fini pensionistici del lavoro di cura; la possibilità di accedere alla pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età; il blocco del meccanismo automatico per l’aspettativa di vita; lo sviluppo della previdenza complementare; la soluzione definitiva dei problemi dei lavoratori “esodati” per i quali occorre la nona salvaguardia; la parità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati rispetto ai tempi di pagamento del TFS e TFR; la separazione tra previdenza e assistenza. Sembra ad oggi certo che entranno in legge di bilancio la proroga dell’Ape sociale e di opzione donna, come noi avevamo richiesto con forza.?Questo e’ positivo ma ribadiamo, questo non basta. E non va assolutamente bene che per l’ennesima volta di parli di contenere (cioè ridurre) la perequazione delle pensioni anche di importo medio (1.500 euro lordi al mese). Per noi è infatti fondamentale che venga ripristinato a partire dal 2019 il regime di perequazione stabilito dalla legge 388/2000 come previsto dagli accordi con il precedente Governo. In tal senso consideriamo inaccettabili le voci su di una nuova limitazione della perequazione. Aspetto rispetto al quale abbiamo dato un segnale esplicito al Governo dichiarando fin d’ora la nostra volontà di non voler recedere su tematiche che incidono nella vita dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati”. Per il Segretario Generale della UIL, Carmelo Barbagallo, intervenendo agli esecutivi unitari di Roma. "C´è l´accordo con Bruxelles, ma non c’è ancora l’accordo con noi" . Si condensano in questa battuta del Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, il senso e gli obiettivi dei tre attivi unitari nazionali di Cgil Cisl Uil svoltisi, questa mattina, contemporaneamente, a Milano, Roma e Napoli, per ribadire le priorità delle tre Confederazioni in merito alla legge di bilancio 2019. Le tre iniziative segnano la conclusione di un percorso che ha coinvolto decine di migliaia di lavoratori, pensionati e giovani, in centinaia di assemblee sul territorio e nelle fabbriche, per illustrare le proposte sindacali definite in una piattaforma già consegnata al Governo. Tutto ciò in una giornata in cui giunge la notizia del via libera dell´Unione europea dopo le modifiche apportate dall’Esecutivo al documento economico. «Noi - ha ribadito Barbagallo - siamo stati e siamo contrari all´austerità perché ha impoverito i popoli e il nostro paese. Ora, però, bisogna fare la battaglia per cambiare le regole altrimenti saremo sempre sotto scacco dell´Europa. Peraltro, è evidente che le attuali regole sono inefficaci, visto che il debito pubblico continua comunque ad aumentare. Il problema vero è che la manovra rischia di scontentare molti più di quanti ne accontenta. Ecco perché - ha precisato il leader della Uil - noi chiediamo che si apra il confronto e si attivino i tavoli su tutte le questioni che abbiamo posto nella nostra piattaforma. Non vogliamo arrivare a una conclusione immediata, ma il Governo deve rendersi conto che senza il contributo delle Parti sociali rischia l´effetto boomerang per se stesso e per il Paese". Barbagallo, poi, ha ribadito tutte le proposte di Cgil, Cisl, Uil e ha sottolineato, in particolare, l’urgenza di una riforma fiscale: "È il problema dei problemi - ha detto - perché se non si riducono le tasse ai lavoratori e ai pensionati, non aumenta il loro potere di acquisto e così le aziende che producono per il mercato interno rischiano di chiudere. Proseguiamo la nostra mobilitazione, dunque. Il Governo - ha concluso il leader della Uil - ascolti le nostre proposte, noi vogliamo confrontarci: abbiamo bussato educatamente, se non rispondono busseremo più forte, ma se proprio non dovessero dare alcun segno, saremmo costretti a buttar giù la porta". (19/12/2018-ITL/ITNET)