(Salvatore Augello) Non passa giorno, che non si leggono sui giornali dichiarazioni del Presidente del Consiglio o di singoli ministri, che annunziano nuove conquiste a beneficio del popolo italiano, nuove riforme, nuovi interventi legislativi intesi a migliorare questa nostra società. Verrebbe da dire una vera rivoluzione, che coinvolge tutti i campi della vita sociale e politica del Paese. Cominciamo dall’inizio.

Il primo provvedimento che era necessario al popolo italiano, oltre beninteso alla mondezza di Napoli, era quello di garantire la impunità alle alte cariche dello Stato, quindi con procedura d’urgenza, viene portato in Parlamento il così detto lodo Alfano, dal nome del Ministro della giustizia, che se ne è fatto carico e che ha ridato serenità al Cavaliere, costretto a difendersi continuamente in processi vari,quello più impellente il processo Mills, per corruzione. Ottenuta la legge, per la quale il parlamento e la maggioranza era andata avanti con precedenza assoluta, sempre nell’interesse del popolo, era necessario garantire maggiore sicurezza, quindi entra in campo il ministro Maroni, che fa il cosiddetto pacchetto sicurezza, che attacca Rom, Sinti, bambini compresi, fa smantellare campi Rom, stabilisce nuove norme per gli immigrati, introducendo l’aggravante della clandestinità. Per parte sua, il ministro La Russa, dispiegava le forze dell’esercito non per custodire le sacre frontiere della patria, ma per garantire maggiore sicurezza nelle città. Il ministro Brunetta, muoveva continui attacchi contro i pubblici dipendenti, scatenando la caccia ai cosiddetti fannulloni, mentre il cavaliere concentrava i suoi sforzi per salvare la compagnia di bandiera. Già, perché era ormai tempo ed era necessario intervenire per evitare il fallimento, Ecco arrivare la pattuglia dei sedici, intenzionati ad evitare che l’Alitalia finisse in mani estere. Qui bisognava in qualche modo garantire questi coraggiosi, tra cui, guarda caso si trovano anche i maggiori costruttori d’Italia. Allora, dopo un lungo pensare, si arriva alla decisione di fare due società: una che raccogliesse tutta la parte attivi della vecchia Alitalia e la consegnasse alla neonata Compagnia aerea Italiana, dove era entrato anche il patron di air one con la sua compagnia. Una seconda compagnia, che per l’occasione viene definita Bad company, che invece ereditava tutti i debiti della compagnia di bandiera, il personale in esubero, compreso giustamente quello di air one, che andava aiutata per l’atto di coraggio che faceva. La legge non lo consente? Poco male, a che vale allora governare? Si modifica la vecchia legge Marzano e la si plasma a misura delle nuove esigente, poi si fa dire al Commissario Europei ai trasporti Tafani ( di FI), che il piano è il massimo che si poteva fare. Ci saranno 7.000 esuberi? SI provvederà con ammortizzatori sociali per sette anni, tanto sarà il popolo a pagare, quel popolo che però potrà gloriarsi di avere salvato l’Alitalia. A questo punto, serve un a compagnia che sappia davvero cosa è volare, allora torniamo ad air France, che non andava bene quando trattava con il governo Prodi e si sarebbe fatta carico dei debiti e denunziava un esubero di circa 2.200 dipendenti, ma va bene ora, che la società è saldamento nelle mani degli italiani, metteremo a carico del popolo gli esuberi ed i debiti, garantiremo ai palazzinari che si stanno sacrificando, magari di potere utilizzare i terreni che sono attorno a Linate o attorno a Fiumicino e di appropriarsi degli immobili che si trovano in diverse città. Sistemata questa partita, parte la rivoluzione della scuola con la Germini, che annunzia il ritorno all’insegnante unico, (sessantamila cattedre da tagliare), che parla di accorpamento delle scuole che non superano i 600 allievi (4.000 scuole possono chiudere). Di questo aspetto della rivoluzione, parleremo in altro articolo, perché è di portata gravissima, come in altra occasione parleremo di quanto costa alla Sicilia questa rivoluzione e quanto costerà ancora il federalismo voluto da Bossi. Una rivoluzione a tutto campo, che, non si capisce perchè, non comprende né la lotta all’evasione, né un politica che porti all’aumento dei salari, né la lotta alla speculazione che sta facendo salire alle stelle il costo della vita e che sta aumentando la quantità dei nuovi poveri, né tanto meno di aggredire la disoccupazione, specialmente quella delle regioni del sud, che sono più esposte. Ma forse questi ultimi argomenti non sono di intererre generale e non interessando la generalità della popolazione, non possono entrare tra le preoccupazioni del governo, che giustamente è occupato a cercare di fare gli interessi del capo, del padre padrone, perché una vecchia massima dice che quando il capo sta bene, allora stanno bene anche tutti gli altri, anche i poveri, i disoccupati, i sotto occupati, gli emigrati, che debbono gioire della serenità e della gioia del capo.