(SA) - Si direbbe che gli attuali governanti che spesso si riempiono la bocca sbraitando soluzioni ed interventi in favore degli italiani all’estero, alla evidenza dei fatti, sparano contro gli emigrati cercando di colpirli in tutti i modi. Ieri si parlava di diminuire la rappresentanza parlamentare,

si sono tagliati i fondi per l’insegnamento della lingua italiana all’estero ed altre amenità ancora. Oggi, sempre con buona pace del sottosegretario con delega agli italiani all’estero, l’On. Merlo arriva l’ultima stangata in ordine di tempo: si tagliano i contributo all’editoria all’estero. Si tratta di un intervento distruttivo, che non tiene intanto conto del ruolo di questa stampa che serve da legame stretto tra l’emigrato e la sua terra d’origine. Non si tiene conto della funzione sociale di questi giornali, che si affannano a tenere vivo il sentimento di patria. Alla lega di Salvini ed al M5S di Di Maio, forse sarebbe meglio dire della Casaleggio associati srl, evidentemente non interessano gli italiani all’estero. Si, è vero, da un lato si affannano a nominare responsabili, coordinatori, rappresentanti vari, in questo è maestro il MAIE di Merlo, che tra poco, forse comincerà a nominare anche coordinatori di quartiere, ma quando si tratta di difendere gli interessi ed i diritti degli italiani all’estero si voltano dall’altra parte e lasciano passare tutti gli attacchi che si muovono contro di essi. All’estero, invece, poi vanno a raccontare di conquiste, di battaglie vinte, di benefici salvaguardati, di aumento di finanziamenti. Nel contempo, invogliano a creare nuove strutture, nuove confederazioni, forum, stati generali, tutti appellativi che aumentano la pressione sugli emigrati, tutti strumenti intesi a controllare meglio il movimento associativo, piegandolo al loro volere, al fine di raggiungere gli obiettivi che si sono prefissi: speculare sull’emigrazione per restare abbarbicati al loro seggio elettorale, dando ad altri l’impressione (si badi bene solo l’impressione) di potere raggiungere pure l’agognata poltrona. Su questa materia, ancora una volta hanno preso posizione gli eletti all’estero del PD con un comunicato che pubblichiamo a parte e la Senatrice Laura Garavini, con un comunicato che riportiamo qui di seguito. Evidentemente per questo governo sordo a queste problematiche, a nulla valgono i numerosi appelli delle ONG, della FNSI, dei sindacati e degli editori. Loro vanno avanti secondo “contratto” ed anche oltre. (Salvatore Augello)

EDITORIA, GOVERNO ASCOLTI APPELLI DI ODG, FNSI E SIGLE SINDACALI

Roma, 7 dic. - "I gialloverdi litigano su tutto tranne sull'azzeramento dei fondi all'editoria. Il diritto dovere all'informazione è un principio costituzionale. Non possono pensare di calpestarlo cancellando il finanziamento pubblico". È quanto dichiara la Senatrice PD Laura Garavini, Vicepresidente Commissione Difesa, che aggiunge "chi ha scritto la Costituzione aveva patito la privazione della libertà di pensiero. E hanno tutelato questo principio, fondamentale per ogni democrazia, proprio perché conoscevano la dittatura. Oggi si vuole tornare indietro. Invece di sostenere la libertà di informazione, si sceglie di darle il colpo di grazia". "Il taglio colpirà tra l‘altro le testate legate alle minoranze linguistiche, anch'esse tutelate dal dettato costituzionale, e i giornali italiani all'estero, veicolo fondamentale per la promozione della nostra lingua e cultura nel mondo. Il finanziamento pubblico è di vitale importanza per l'esistenza di tante piccole redazioni. Che certo non rappresentano lobby o centri di potere, come i gialloverdi vorrebbero far credere". "Il governo ascolti gli appelli che giungono da più parti. Non solo da noi dell‘opposizione, ma anche dall'Ordine dei Giornalisti, dalla Federazione nazionale della stampa italiana e dalle altre sigle sindacali del settore. Provocare la chiusura di centinaia di redazioni creerà solamente migliaia di disoccupati. In un comparto come quello dell'editoria, già duramente colpito da una lunga crisi di settore" conclude Garavini.