E' bella la politica quando è incontro, discussione, confronto, creatività, scambio di esperienze. E' bella quando le differenze diventano stimolo a riflettere, a capire, a cercare strade nuove e inesplorate. Ecco, penso che Piazza Grande, la due giorni organizzata da Nicola Zingaretti, sia stato questo,

un grande incontro di popolo, con tanti giovani e tante persone che non si conoscevano tutte tra di loro ma sentivano di poter condividere un cammino insieme. Per fare opposizione al duo Salvini-Di Maio, che sta mettendo a repentaglio i sacrifici degli italiani e ipotecando il futuro dei più giovani, e per delineare un campo - culturale e sociale prima ancora che politico - più ampio del Pd che sappia costruire l'alternativa a questa destra populista che oggi è al governo del nostro Paese. A pensarci bene la manifestazione di Roma del 30 settembre, la Marcia Perugia-Assisi del 7 ottobre e Piazza Grande hanno proprio questo tratto in comune: la voglia di reagire di un pezzo d'Italia che non si rassegna alla cultura della paura, della rabbia, della sfiducia, l'idea che la sinistra debba ripartire dalla giustizia sociale, dalla lotta alle diseguaglianze, da una visione più coraggiosa della crescita che includa la sostenibilità e l'innovazione, un nuovo patto tra scienza, impresa, lavoro. Credo che tutto il Pd debba ringraziare Zingaretti per aver promosso questa occasione di incontro, per aver coinvolto tante persone anche fuori dal nostro partito, per aver messo a disposizione del congresso che ci apprestiamo a fare una candidatura autorevole, maturata a partire da un'esperienza di buona amministrazione in un tempo difficile e dentro una crisi durissima. Personalmente ho apprezzato molto il suo discorso conclusivo, un ragionamento senza invettive polemiche interne, forte e determinato nei confronti dei nostri avversari politici Lega e 5S, chiaro e non reticente sulla volontà di difendere quanto di buono abbiamo fatto negli ultimi anni dal governo ma anche sulla necessità di cambiare, di aggiornare la nostra analisi e la nostra proposta alla luce della distanza che una parte non banale del nostro potenziale elettorato ha avvertito e sanzionato facendoci mancare il suo voto il 4 marzo. Oggi il Pd compie il suo undicesimo compleanno. Dobbiamo guardare avanti e non indietro, fare tesoro dell'esperienza di governo e anche degli errori che abbiamo compiuto, scommettere su un Pd che riscopre la bellezza del "noi" rispetto al fascino effimero dell'"io". Come ha sottolineato Paolo Gentiloni nel suo intervento, gli Italiani, che forse qualche domanda in più sulla bontà di questo governo giallo-verde hanno cominciato a farsela, si aspettano che il Pd si rimetta in movimento e oggi con Piazza Grande certamente abbiamo cominciato a farlo, nella direzione giusta.