L’unione Europea non dovrebbe essere solo un’Unione di Stati mem-bri ma un’Unione di Europei nella loro diversità! Le elezioni per il Parlamento europeo si svolgono in un momento cruciale in cui l'UE deve affrontare molte sfide e sempre più cittadini mettono in discussione il valore dell'Unione europea in merito al modo in cui funziona.

In questo periodo di dubbi, dovremmo ricordare che l'Europa è stata fondata sulle ceneri di due guerre mondiali da persone visionarie che avevano previsto che solo un'Europa unita poteva costruire una pace duratura, portare un progresso economico e sociale duraturo e benessere ai cittadini del nostro continente. Tra queste donne e uomini visionari c'erano sindaci e rappresentanti eletti locali che segui-vano l'invito di Jean Monnet e Robert Schuman che l'Europa dovesse diventare "un'Unione di persone piuttosto che una coalizione di Stati nazione" e creare il Consiglio dei Comuni europei nel 1951. Crediamo ancora in un'Europa forte e unita, fondata su valori comuni: democrazia, diritti umani, solidarietà, uguaglianza e rispetto dello stato di diritto, che costituiscono la base non negoziabile dell'Unione europea. Ciò si basa sul principio del mutuo impegno in cui i membri non scelgono e scelgono ciò che è nel loro specifico interesse, ma concordano politiche che servono all'intera Unione. In un momento di grande difficoltà a livello globale, le elezioni al Parlamento europeo e la nomina di un nuovo esecutivo saranno decisive per il futuro del nostro continente, della sua gente e del mondo. Il modello sviluppato per l'Unione europea è in grande pericolo, sfidato dall'escalation del na-zionalismo, dalla mancanza di visione e da un atteggiamento sempre più introspettivo. È anche minacciato dalla distorsione degli equilibri di potere tra le diverse istituzioni, men-tre il metodo comunitario si indebolisce. Il futuro dell'Europa è un problema per tutti i cittadini europei e non dovrebbe trovarsi uni-camente nelle mani di capi di stati e governi, troppo spesso guidati dal loro interesse politico nazionale. È tempo di riflettere su quale modello noi, in quanto europei, voglia-mo costruire per le generazioni future. Il trattato di Lisbona ha spostato il potere ai capi di stati e governi, e la gestione delle crisi finanziarie, economiche e migratorie è stata e ne è una chiara dimostrazione: il Consi-glio europeo ha annullato e minato il ruolo guida della Commissione europea e indebo-lito il ruolo co-legislativo del Parlamento europeo Nessuna delle sfide affrontate dall'Europa può essere risolta senza il coinvolgimento dei governi locali e regionali. L'era in cui le città e le regioni erano coinvolte solo per attua-re le decisioni prese dai governi centrali è passata da un pezzo. Una solida partnership tra tutte le sfere di governo è assolutamente necessaria per avere successo. È giunto il momento di costruire soluzioni insieme e di proporre un futuro migliore per le prossi-me generazioni. Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione approvata il 3 luglio 2018, riconosce il ruolo chiave degli enti locali nella preparazione, progettazione, finanziamento e attuazione delle principali politiche dell'Unione europea e l'importante ruolo delle città nelle politiche esterne dell'Unione. È convinto della necessità di rafforzare in modo significativo il ruolo delle città nel plasmare le future politiche dell'UE e sottolinea l'importanza delle loro associazioni rappresentative, come il CCRE, per diventare partner chiave delle istituzioni dell'UE. Inoltre, la Task Force nella relazione finale sulla sussidiarietà e proporzionalità, pubblicata il 10 luglio 2018, riconosce la necessità di aumentare in modo significativo il coinvolgimento dei governi locali e regionali in modo strutturato in tutte le fasi del processo decisionale dell'UE, al fine di rafforzare il valore aggiunto della legislazione dell'UE per i nostri cittadini.