Dopo molti anni torniamo a Cortona con un incontro nazionale di Areadem. Tutto è cambiato dalla nostra ultima edizione e oggi lo stato di salute del Pd è molto più precario di allora. Ciò che non è cambiato è la nostra passione per il confronto politico,

la nostra voglia di cercare strade e idee nuove per dare risposte alle grandi sfide che i progressisti hanno davanti in Italia, in Europa, nel mondo. La sconfitta elettorale che abbiamo subìto il 4 marzo scorso, e poi quella altrettanto sonora delle elezioni amministrative di giugno, ha molteplici ragioni. Certamente si inquadra in un contesto internazionale che vede quasi ovunque prevalere destre e partiti populisti. Insicurezza, precarietà, squilibri ambientali, conflitti, diseguaglianze sociali, migrazioni, crisi degli strumenti della democrazia rappresentativa: in tutto il mondo - sicuramente in tutto il mondo economicamente sviluppato - le risposte della sinistra e dei progressisti a questi problemi sono apparse inadeguate agli occhi di larga parte dell'elettorato aprendo la strada alla vittoria delle destre, spesso guidate da leadership eccentriche rispetto alle stesse tradizioni politiche conservatrici. Da Trump ad Orban, dalla Le Pen a Salvini, siamo di fronte ad una "nuova destra" che alimenta e strumentalizza le paure, usa un linguaggio violento, rompe tutti gli schemi, impastando populismo ed estremismo. Contrastare questa nuova destra non è per nulla facile, richiede un impegno ad innovare le nostre parole d'ordine, a ricercare nuovi modi per intercettare le domande dei giovani e dei ceti meno privilegiati, richiede la capacità di indicare soluzioni più convincenti alle contraddizioni che lo sviluppo capitalistico e l'avanzare della globalizzazione hanno prodotto e che sono divenute drammaticamente evidenti con la crisi del 2008. Dobbiamo avere più coraggio. Cambiare paradigma, per dirla con il Prof. Magatti che abbiamo invitato a parlare in apertura dei lavori di Cortona. Dobbiamo ripensare le fondamenta dello sviluppo, usando gli obiettivi dell'Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibilecome bussolaper capire se stiamo andando nella direzione giusta. E dobbiamo saper ascoltare chi di queste cose se ne intende come il Prof. Giovannini portavoce di AsVis (Alleanza che riunisce centinaia di enti, imprese, università, associazioni di Terzo settore). E dobbiamo saper interloquirecon quanti nel mondo del lavoro e del sociale sono quotidianamente costretti a fare i conti con il lavoro che cambiae con le nuove povertà. Per questo abbiamo chiesto di essere con noi ad Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, a Vincenzo Colla, segretario confederale della Cgil, a Roberto Rossini Presidente delle Acli e portavoce dell'Alleanza contro la Povertà. Abbiamo bisogno di mobilitare energie dentro e fuori il perimetro del Pd e della politica. In questi giorni viene da Saviano un appello alla mobilitazione contro gli aspetti più inquietanti e pericolosi delle iniziative del governo. Un giornale importante come Famiglia Cristiana dedica una copertina inequivocabile al Vice premier Salvini. Ecco, noi dobbiamo saper raccogliere questa indignazione e promuovere un'elaborazione che vada anche oltre la denuncia e la protesta. Ecco perché abbiamo scelto di guardare al mondo e alle politiche della cultura e della conoscenza, invitando a dirci la loro personalità come il Prof. Carlo Rovelli, docente di Fisica teorica all'Università di Aix-Marseille, come il Dott. Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, come il Prof. Luigi Guerra docente di Pedagogia, già Direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione all'Università di Bologna, come Anna Azzalin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Sapendo che la sfida riguarda tutte le forze riformiste in Europa, tema che affronteremo con l'aiuto del Dott. Marco Piantini, già consigliere per gli Affari Europei del Presidente della Repubblica Napolitano e di Palazzo Chigi nella scorsa legislatura. Ma sapendo anche che in Italia la partita è ancora più complessa perché la nostra nuova destra - incarnata dalla Lega di Salvini - è oggi al governo con il M5S,esercitando una forte influenza su una porzione molto grande dell'opinione pubblica. D'altro canto, la natura del M5S oscilla tra le risposte ideologiche della vecchia sinistra e le pulsioni autoritarie della nuova destra mentre le differenze tra i due contraenti del patto di governo - che pure ci sono tra gli elettori - sfumano di fronte alle esigenze della propaganda e della gestione del potere. Dall'opposizione alla costruzione dell'alternativa: questo è il percorso che siamo chiamati a delineare nei prossimi mesi. Leggiamo tanti articoloni che preconizzano la morte del nostro partito e del centrosinistra. Dobbiamo vedere tutti i rischi che abbiamo di fronte ma non cedere alla rassegnazione. Abbiamo chiesto al Prof. D'Alimonte di aiutarci ad interpretare correttamente il quadro indubbiamente molto critico che le ultime elezioni ci hanno consegnato ma anche a guardare avanti, agli scenari che dobbiamo cercare di prefigurare per poter tornare protagonisti. Quale Pd serve? Non solo quali idee, valori, proposte dobbiamo assumere per parlare a chi vuole cambiare l'Italia e l'Europa nel segno dell'apertura, della crescita civile e sociale, della sostenibilità. Ma anche quali sono gli strumenti, i linguaggi, le forme di coinvolgimento e di partecipazione che possono farci tornare interessanti agli occhi dei cittadini. Ci sono qua e là esperienze innovative che possono esserci utili e che possiamo studiare e magari riprodurre su scala più ampia. Per superare i difetti di oggi dobbiamo saper vedere gli errori del passato e superare divisioni e lacerazioni che condannerebbero il campo progressista ad essere ininfluente e perdente per molti anni. Insomma, se il Pd vuole ripartire deve trovare la forza per costruire una nuova biblioteca (una nuova cassetta degli attrezzi, direbbe qualcuno). E noi vogliamo mettere a disposizione di tutti, dentro e fuori il Pd, un'occasione libera di confronto e discussione. Vi aspettiamo a Cortona.