Dal momento che la riflessione dello scrittore e poeta di Valguarnera (EN) Carmelo Parrinelli, affronta il maggior problema sul tappeto in questo momento, ossia la scuola, riteniamo opportuno sottoporlo all’attenzione dei lettori, che con interesse stanno seguendo le vicende della così detta riforma Gelmini. Ecco qui di seguito la riflessione. Per quanto io possa ritenere superflua, inconcludente, assurda, la politica di Governo degli ultimi 20/30 anni, oggi ho potuto ammirare quanto l'On. Anna Finocchiaro, (nella foto)

 sia stata superlativa, in certi frangenti, biblica, durante l'intervento in materia di istruzione. La Lega Nord, per bocca dei suoi parlamentari, ha posto ovvia fiducia al Decreto Legge proposto dal Ministro dell'Istruzione Gelmini, paventando un possibile federalismo anche in seno alle scuole di Stato: Maestri del Nord nei propri territori e Siciliani (Intendendo riassumere tutto il Sud) nelle proprie Regioni. Ciò si spera non voglia essere una vendetta ai danni della categoria, in risposta alla bocciatura del "delfino", figliol prodigo, Bossi Jr., o peggio ancora, un altro passo verso la secessione politica, ben più grave del semplice federalismo fiscale. Si ritiene un tantino ipocrita, e questo termine mi si condoni, data la politica destrossa, filo-secessionista, che ritiene opportuno ghetizzare i cittadini italiani in base alla loro provenienza socio-geografica e, fermo restando il fatto che il problema è "ITALIANO" e non solo padano. Si ritiene ipocrita questa parte politica anche per la gestione in termini di sicurezza nazionale, con un Nord che risulta soccorso, presenziato, ben pattugliato da migliaia di Militari e Forze di Polizia di origine meridionale. Ma per questa categoria, data la scarsità di autoctoni, si fa largo uso di gente del Sud, snaturata e impossibilitata per anni ad usufruire di un giusto turn-over. Pertanto sembra assurdo che la Lega difenda a spada tratta i propri territori da "famelici" professori suddisti, quando poi in taluni casi e a convenienza, l'ancora di salvezza è proprio il meridionale. L'On. Finocchiaro prende la parola; e lo fa cercando di coinvolgere con una selva di parole e sguardi, l'impassibile Gelmini, appollaiata tra i banchetti del Parlamento, avvolta dal mutismo più assoluto. E così la siciliana Finocchiaro attacca, proprio in virtù di questo pesante silenzio; in virtù di alcuni punti poco chiari del Decreto Legge. "Il tempo prolungato", questo grande mistero; il mistero del Ministero, per usare un bel gioco di parole. Evidentemente all'On. Gelmini non tange, dato che rimane distante, con l'aria della scolaretta annoiata durante l'ultima ora di latino; magari è presa da quell'apatia, forse pensando a cosa mettere nel doposcuola. L'On. Finocchiaro sfoggia così una cultura scolastica degna del miglior latinista, intortando il suo intervento di locuzioni e spiegazioni dirette al Ministro silente. Ma ciò che non si spiegano gli italiani, certamente, è come si possano tagliare i costi di una scuola già fin troppo fatiscente, bistrattata. Basterebbe fare un "copia-incolla", prendendo il meglio di ogni buon Stato che si rispetti, anziché cercare consensi ancora una volta all'interno del Parlamento; anche perchè è spesso lo spettro infelice di una classe politica che non raccoglie consensi ma sonori fischi. Si potrebbe prendere esempio dal metodo elettorale tedesco o, per restare in tema scolastico, apprendere di più dai politici della Finlandia (migliore scuola del vecchio continente). Dire che protestare è giusto, ci sembra doveroso, anche se bisognerebbe rivedere la metodologia che non è propria di giovani aspiranti dottori o ingegneri; forse bisognerebbe fare piazza in maniera diligente, ordinata, senza creare uno stato di guerriglia urbana che non risolve ma esaspera. Il rischio della fuga dei cervelli, poi, è alto; volente o nolente si continuerà a fare i conti con il triste migrare di giovani brillanti. Nella migliore delle ipotesi, il tanto decantato Stato Padano, dovrà fare i conti con migliaia di neo-laureanti meridionali, anche se la più temibile prospettiva è quella di una fuga all'estero, magari come quel Enrico Fermi che fece la fortuna in patrie lontane. Tagliando le spese alla ricerca, è certo, non si fa altro che rendere questo paese un colabrodo di idee scomposte e menti poco considerate, una patria ancor più disacculturata e rozza.

Carmelo Parrinelli

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