Macron al Parlamento Europeo: rischio guerra civile europea, difendere la nostra identità Il presidente francese chiede a Strasburgo una road map per riformare l’eurozona, evitando il rischio che prevalgano gli egoismi nazionali e le ideologie illiberali 17 aprile 2018 Guerra civile europea,

fascino delle ideologie illiberali e urgenza di una road map per riformare l’eurozona, mentre l'intervento in Siria ha "salvato l'onore della comunità internazionale". Sono i temi toccati dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, durante il suo intervento di oggi al Parlamento europeo. Per Macron Il modello europeo “non è datato", bensì “potente come nessun altro e al contempo fragile, perché la sua forza ad ogni istante dipende dal nostro impegno", e oggi “dobbiamo difenderlo insieme". Rischio guerra civile europea Non bisogna infatti, ha aggiunto l’inquilino dell’Eliseo, "far finta di essere in un tempo normale, c'è un dubbio che attraversa molti dei nostri paesi sull'Europa, una sorta di guerra civile europea sta emergendo: stanno venendo a galla i nostri egoismi nazionali e il fascino illiberale". Macron precisa che "di fronte all'autoritarismo che ci circonda la risposta non è la democrazia autoritaria ma l'autorità della democrazia", il peggiore errore sarebbe invece “abbandonare il nostro modello e la nostra identità". In Siria "dialogo con tutti" Per Macron l’intervento dei giorni scorsi in Siria "non c'entra nulla con Iraq o Libia. Non abbiamo dichiarato guerra a nessuno e non siamo intervenuti dichiarando guerra", ma bisogna "difendere i nostri valori". I raid sono stati "mirati" e non hanno causato "vittime umane", e il presidente francese ha aggiunto che "se crediamo nel multilateralismo e nella forza del diritto, dobbiamo anche poter decidere di non cedere al cinismo di chi li vuole affossare", con la 'linea rossa' dell'uso di armi chimiche. Macron ha poi ribadito che la Francia "porterà avanti un'opera diplomatico-militare e umanitaria in Siria", con investimento da 50 milioni di euro “per Ong sul territorio siriano in modo tale da fornire aiuti umanitari alla popolazione civile". Inoltre, il suo paese cercherà un dialogo con tutte le fazioni della guerra siriana, anche con il governo di Assad. "L'obiettivo - ha concluso Macron - deve essere quello di rimettere in piedi il Paese". Sì a web tax e unione bancaria La tassazione dei colossi del digitale e il completamento dell'unione bancaria devono essere "tra le priorità dell'Unione Europea". Macron ha spiegato di sostenere la proposta della Commissione sulla tassazione del digitale "creando una tassa a breve termine che metta fine agli eccessi più scioccanti". Questa proposta dovrebbe permettere anche di trovare "risorse proprie per il futuro" del bilancio Ue. Macron ha anche annunciato che la Francia è disponibile a aumentare il suo contributo al bilancio comunitario dopo la Brexit. La riforma della zona euro e' un altro "fronte fondamentale", ha aggiunto, sottolineando la necessità di completare "a tappe l'unione bancaria" e di creare "una capacità' di bilancio che faciliti la stabilità e la convergenza" tra i paesi dell'unione economica e monetaria. Sul clima serve budget europeo "La Francia è disposta a contribuire finanziariamente e politicamente per creare un bilancio europeo di risorse proprie per finanziare politiche per la lotta al cambiamento climatico e investire in politiche energetiche". Secondo Macron, sarà necessario imporre una tassazione europea, quindi "l'Europa deve rafforzare e affermare la propria sovranità economica e commerciale". Tra le proposte concrete in questo ambito, il presidente ha richiesto di aprire un dibattito sul prezzo di base del carbonio. Sui migranti sbloccare il dibattito Riguardo alla questione migranti, il presidente francese ha specificato che "entro la fine della legislatura dobbiamo sbloccare il dibattito avvelenato sui migranti, sulla riforma di Dublino e la relocation”, proponendo di creare un “programma europeo per finanziare le comunità locali che accolgono e integrano i rifugiati". Juncker: Europa non è solo franco - tedesca "Non dimentichiamo che l'Europa non è solo franco-tedesca". Lo ha detto il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, nel dibattito sul futuro dell'Ue con Macron. "Siamo 28, domani 27", ha spiegato Juncker, riferendosi alla Brexit: "affinché il motore funzioni ci vuole anche l'apporto degli altri". Il presidente della Commissione ha chiesto di evitare di "dividere gli uni e gli altri", augurandosi che "il fossato che divide l'Europa tra Est e Ovest sia riempito da un'ambizione comune condivisa". - (DA RAINEWS.IT)