(SA) - E tutti vissero felici e contenti. E’ così che generalmente finiscono le favole e lieto fine. Ma il libro delle favole e se volete dei sogni che si è finalmente chiuso ieri sera rischia di non essere una favola a lieto fine, ma una vicenda, quella elettorale, che potrebbe fare deragliare il treno Italia con conseguenza inimmaginabili.

E si, che di campagne elettorali ne ho viste ed anche fatte tante dal 1960 ad oggi, ma in nessuna ho sentito tante promesse irrealizzabili come quelle circolate in questa campagna elettorale. Sulle orme di Tramp, l’ex cavaliere oggi propone la flat tax livellata per tutti al 23%. Ma chi beneficia di una tale fandonia? Il messaggio evidentemente è diretto a quelli che possiedono un reddito medio alto, quelli per essere chiaro, dove si annida la maggiore area di evasione. L Attualmente infatti, il 23% è il primo scaglione di IRPEF che si applica a redditi fini a 15.000,00 euro. Il reddito di chi vive di lavoro, rapportato al salario medio, si colloca tra l’aliquota del 23% e quella del 27% che si applica ad un reddito che raggiunge i 28.000,00 euro. Riuscite ad immaginare il regalo che l’ex cavaliere fa balenare ai redditi oltre i 75.000,00 euro che oggi pagano un’aliquota del 43%? Una riduzione della tassa di 20 punti, mentre di 18 punti in meno pagherebbero i redditi che oscillano tra i 55 ed i 75.000,00 euro, 15 punti in meno i redditi compresi tra i 28 e i 55 mila euro. Un bel regalo a quella fascia di persone dove si annida la gran parte dell’evasione fiscale, un regalo che non si riesce a capire sulle spalle di chi ricadrebbe se fosse vero e fosse applicabile in Italia una tale sciagurata norma regalatoria. Chi sa quanto risparmierebbe di tasse l’ex cavaliere e quel 10% di persone che in Italia detengono il 90% della ricchezza. Inoltre, Salvini, La Meloni e l’ex Cavaliere sono d’accordo nel volere rimandare a casa 600.000 gli immigrati che a a dire dei tre costituiscono una bomba sociale, in barba a tutti i trattati internazionali. L’ex cavaliere dimentica che gli immigrati arrivavano a diecine di migliaia durante i suoi governi anche dopo l’accordo fatto con Gheddafi a cui ha versato anche parecchi miliardi. Sul resto, su poche cose sono d’accordo i quattro della coalizione che promettono 1.000,00 euro ai pensionati, la pensione alle casalinghe, uno sviluppo travolgente nell’arco degli ultimi due anni, perché il premiere proposto da Berlusconi, Antonio Taiani, porta in dote all’Italia fondi strutturali per 250.000 euro (!!??). Vogliamo tornare alle tasse? Anche qui, l’ex cavaliere dimentica di avere firmato con l’Europa l’accordo sul pareggio di bilancio e la clausola di garanzia, che i governi successivi rincorrono per non farla scattare perché porterebbe ad un aumento considerevole dell’IVA. Miracolo dell’affabulazione, oggi con ammirevole faccia tosta, snocciola le sue cavolate sperando che la gente non ricordi , che il bisogno li spinga a fidarsi ancora una volta che non ricordi più che fine ha fatto l’accordo firmato a porta a porta l’altra volta, accordo regolarmente non rispettao e che ora sulla stessa scrivania ripescata per l’occasione, ha firmato il nuovo accordo con la lista delle promesse. Un patto con gli italiani ha firmato in televisione la Meloni, mentre un giuramento sul vangelo e con il rosario in mano ha fatto invece Salvini che dopo avere fatto accordi con casa paund e fronte nazionale, ora lancia un messaggio ai cattolici. Non parliamo poi di Di Maio, questo enfat prodige che si atteggia a premier perché promosso e prescelto da Grillo, che, caso unico, si è premurato di presentare la squadra di ministri, lui dice per trasparenza e per cortesia parlamentare, ma in verità per bloccare qualsiasi tentativo o di trattativa dopo il voto, per mantenere la loro verginità antinciucio come dicono loro. Continuano a sbandieriare la loro battaglia ormai trisa e ritrisa dell’eliminazione del vitalizio di essersi autoridotti l’indennità conferendo 24 milioni in un fondo per aiutare le imprese, salvo a scoprire che c’è chi ha fatto carte false, di volere garantire a tutti un reddito di cittadinanza di 780 euro ed altre amenità di questo tipo, dimenticando che non basta essere primo partito per avere l’incarico di formare il governo, perché poi bisogna fare i conti col numero di parlamentari e non è facile aggregare altri ai quali non si concede niente perché tutto è deciso e le poltrone non sono in discussione. E’ davvero il caso di dire: meno male che è finita, altrimenti non sappiamo cosa altro ci avrebbero promesso. Ma la nostra speranza è nella maturità del popolo italiano che non solo ha memoria lunga, ma non crede più in babbo natale e sa discernere tra le inutili promesse elettoralistiche e chi i problemi li risolve davvero. L’Italia e gli italiani hanno bisogno di continuità e di gente che affronta e risolve i problemi degli italiani ed ha dimostrato con i fatti di saperlo fare. Salvatore Augello