Il candidato alla Camera di Vancouver per il PD, intervistato da Stefano Vaccara, mette a disposizione la sua esperienza per "colmare le mancanze delle istituzioni italiane"  - "Al Parlamento chiederò un’accelerazione per l’equiparazione delle patenti, il riconoscimento dei titoli di studio e l’integrazione dell’italiano tra le materie scolastiche...

il potenziamento della rete consolare; la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana; creare una maggiore informazione su carta stampata, radio e televisione da e per l’Italia; il recupero e la promozione della nostra identità e cultura attraverso l’incremento sul territorio locale di Istituti di Cultura italiana, Università, scuole pubbliche, Camere di commercio, Patronati, etc…”

Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?

“Mi sono sempre interessato alle tematiche sociali e sono sempre stato particolarmente sensibile alla condizione dei lavoratori e delle classi meno abbienti. Infatti ho iniziato la mia attività al servizio degli italiani all’estero nel 1975 a Londra, entrando a far parte dei Comitati di Coordinamento Consolare Da Calabritto a Londra e tutt’ora a Vancouver. Sempre con lo stesso fervore per la causa sociale. Attualmente sono un operoso punto di riferimento per i giovani emigranti italiani, che trovano in me le guide necessarie per l’inserimento nella comunitá canadese, colmando cosí la mancanza delle istituzioni italiane estere. Mi candido per puro spirito di servizio; per e con, un forte e vivido senso civico. Credo che il PD, seppur con alti e bassi come ogni altro partito, sia la risposta necessaria e concreta di opposizione al centro destra, agli estremismi di entrambe le parti e ai populismi”.

Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?

“Il mio programma parla chiaro, servono interventi immediati per gli italiani in Nord e centro America, perché cittadini di serie A come quelli residenti in Patria. Al Parlamento chiederò un’accelerazione per l’equiparazione delle patenti, il riconoscimento dei titoli di studio e l’integrazione dell’italiano tra le materie scolastiche; per citarne alcune rilevanti. Questi riguardano principalmente il gruppo giovani/famiglie, di cui c’è un forte aumento del numero d’immigrazione dall’Italia”.

Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residente all’estero, e in particolare in Nord-Centro America, considera la più urgente e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?

“I principali obiettivi della mia campagna sono: il potenziamento della rete consolare; la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana; creare una maggiore informazione su carta stampata, radio e televisione da e per l’Italia; il recupero e la promozione della nostra identità e cultura attraverso l’incremento sul territorio locale di Istituti di Cultura italiana, Università, scuole pubbliche, Camere di commercio, Patronati, etc…”

Sarebbe disposto, e quanto, ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’è una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse?

“Sí, certo che andrei contro il mio partito se non ne sentissi piú il legame di valori e di ideologia. Non voterei mai La lega e Salvini, per me simbolo di disuguaglianza, divisione e di una cultura populistica, che non rispecchia il valore anche storico della cultura italiana”.

Il Nord e Centro America sono una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensa realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vivono? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?

“La mia priorità assoluta sono i cittadini di passaporto italiano residenti all’estero e i loro bisogni. Io stesso sono sono uno di loro! Come recita il mio slogan, “Tu protagonista io la tua voce in Italia”. Continuerò come ho sempre fatto negli ultimi trentacinque anni della mia vita a prodigarmi per ascoltare le loro situazioni, le necessità e le esigenze reali”.

La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…), eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?

“La cultura italiana é sempre stata e sempre resterà un patrimonio florido di risorse, un momento di avvicinamento con le altre culture e una continua opportunità di accrescimento personale, sociale, comunitario e collettivo. Credo nella possibilità di creare borse di studio e con il supporto consolare, aumentare il numero degli Istituti di Cultura Italiana e delle scuole di lingua italiana in tutto questa zona del mondo e continuerò a battermi in prima linea anche attraverso la rete associazionistica per l’introduzione di ore di italiano nella didattica scolastica”.

Cosa vorrebbe che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Repubblica Dominicana…) e cosa invece vorrebbe che il vostro paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia?

“Dal Nord America prenderei spunto per ció che concerne la snellezza burocratica e il semplicficato sistema politico basato sull’ alternanza. Dall’Italia invece la notevole storia socio-politica caratterizata soprattutto dalla passione e dalla vivacitá del pluralismo ideologico e oratorio”.

C’è un personaggio storico italiano (nella politica come nella letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?

“I miei personaggi di riferimento sono Mazzini, per aver contribuito all’unità d’Italia e aver previsto una necessaria EU, e Garibaldi, per aver capito l’importanza della libertà dei popoli. Io sono convinto che insieme si fa di più e meglio”.

Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?

“Ho sempre lavorato con donne; come noi uomini di diverso aspetto e intelligenza! Non faccio nessuna distinzione tra e miei colleghi, anche se incoraggio le donne a prendere sempre piú le redini per ruoli importanti e ad usare il loro sesto senso, anche nelle questioni pubbliche. Rispetto le donne perché sono multitasking, operose e sensibili. Logicamente sono contro ogni forma di violenza contro l’altro sesso e contro la violenza in generale, anche quella psicologica e verbale, perché é un atto non rispettoso della dignitá umana, a prescindere dal sesso della persona offesa. In Italia un presidente donna? Perché no!?!? Chi potrebbe essere é la vera domanda!” (Stefano Vaccara)