(SA) - Ne sono successe di cose da quando ci siamo lasciati per le vacanze natalizie! Il Presidente Mattarella ha sciolto le camere, sono state indette le elezioni politiche per il 4 marzo prossimo, si delinea una campagna elettorale infuocata al segno di chi la spara più grossa. Comincia la ridda delle promesse, alcune con un minimo di logica, tante altre senza nessun costrutto che mirano solo a promettere cose che nessuno potrà mantenere. In merito al lavoro, per esempio, mentre Renzi presenta all’attivo del PD la creazione di oltre un milione di posti di lavoro, Berlusconi risponde che si tratta di posti a tempo determinato e che la prima cosa che farà trnando al governo sarà abolire il job act. Tornano le promesse di detassazione delle imprese, della prima casa, torna la promessa della pensione minima portata a 1.000,00 euro, addirittura di parla di abolire i vaccini obbligatori, di bloccare l’immigrazione, di lasciare l’Europa. Tutte promesse che denotano la povertà di argomenti da parte dei partiti e partono dal presupposto che il popolo non capisca ciò che è realizzabile e ciò che invece è solo utopia che non ha nessun fondamento. Per esempio, Berlusconi non ha detto dove piglierà i soldi per detassare le imprese e portare i minimi a 1000,00 euro. Chi paga? Con quali soldi? Che fine fanno i conti pubblici? Mistero della politica! Di Maio che gioca a fare il premier, ha cambiato le regole del movimento in merito alle candidature, accetta candidature esterne al movimento, mentre per quanto riguarda l’Europa afferma che non è il momento di uscire, facendo una clamorosa marcia indietro. Con una inusitata iniziativa che rasenta il comico, il candidato premier 5 stelle si è inventato un sito in cui chiede al popolo di dire quali legge vorrebbe abolire. Il sito si prefigge l’obiettivo di abolire almeno 400 leggi. Che avverrà quando qualcuno chiederà di abolire le tasse? Oppure cosa avverrà quando verrà richiesta di abolire i tiket sulle medicine? Mistero! Non ci vuole molto, però a capire che Di Maio si è solo inventato una specie di sfogatoio, dove ognuno può scaricare la propria rabbia sulla politica e sui politici dei quali vorrebbe la testa oltre al vitalizio ed all’indennità di carica. E siamo solo agli inizi. Cosa ancora dobbiamo sentire che non abbiamo già sentito in occasione di campagna elettorale? Molte cose sono sempre le stesse, ma dette con una insistenza tale che sembrano nuovo, messe lì pronte a pigliare ancora in giro gli elettori, a sfruttare ancora una crisi che ha fatto molti nuovi poveri, a frenare un’Italia che sembra voglia venire fuori dalla crisi. Una crisi che sembra in via di estinzione, salvo il fatto che il sud ancora stenta a crescere ed ancora continua ad avere i tgassi più alti di disoccupazione, ma anche di ripresa dell’emigrazione. Cambiare nel momento in cui siamo a metà strada? Ridare il potere alla destra che ancora non riesce a trovare un accordo su problemi importanti come i vaccini e la fornero, o come l’immigrazione e la nuova Europa? Dare, peggio ancora, tutto in mano ai 5 stelle che non hanno nessuna cultura di governo e che stanno dando esempi negativi sia a Roma che a Torfino? No davvero. Esiste una vecchia massima siciliana che dice: “ megliu lu tgito provato che lu bunu a provari” (meglio il cattivo provato che il buono a provare). Ma di buono nel nuovo che poi nuovo non è, c’è ben poco. Il popolo italiano deve capire che occorre andare avanti su una strada già tracciata in parte e che comincia a fare vedere i frutti positivi che premiano i sacrifici fatti dal popolo italiano, che no n può tornare indietro.( Salvatore Augello)