(Salvatore Augello) Giorni fa,la prestigiosa testata “Famiglia Cristiana”, in un articolo si chiedeva se in Italia “sotto altre forme” non stia rinascendo il fascismo. La dichiarazione sollevava grande clamore nel centro destra, dove parecchi suoi esponenti tra cui Gasparri, Rotondi, Lupi, Giovanardi, devico, sono insorti contro Famiglia Cristiana.

Meno clamore per la verità nel centro sinistra, evidentemente occupato in altri problemi. La stessa Chiesa, per bocca del portavoce della sala stampa del vaticano, Don Federico Lombardi, ha preso le distanze dalle dichiarazioni del settimanale e dai suoi attacchi al governo, dicendo che: “Famiglia Cristiana è una testata importante della realtà cattolica, ma non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza Episcopale Italiana”. Oggi, a distanza di qualche giorno, è l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), a riprendere il discorso ed a temere la deriva fascista, affrontando il problema relativo alla riforma della giustizia, tema ripreso in questi giorni da Berlusconi, che afferma di volere andare avanti sulla riforma, anticipata dal lodo Alfano. Dopo la pausa estiva, infatti, il Cavaliere sostiene che cambierà il volto del nostro Paese, con la riforma della giustizia e con iol federalismo discale. Poco importa, se anche nel PDL ci sono alcune perplessità in proposito, lui, va avanti e lo farà procedendo a gran passi, mirando alla separazione delle carriere, per quanto riguarda la magistratura, ma anche a cambiare radicalmente le nomine nel CSM, cosa questa che lederebbe l’indipendenza della magistratura che si vuole ad ogni costo asservire al potere politico. Da qui, da questo attacco all’indipendenza della magistratura, scaturisce la posizione dell’ANM, espressa dal suo segretario Giuseppe Cascini (nella foto), il quale afferma: “se introduciamoa la politica nel CSM – e mi pare evidente che si miri a questo – rischiamo di richiamarci al modello fascista, dove la magistratura non è indipendente dal potere politico e quindi non tutti i cittadini sono garantiti allo stesso modo”. Grande clamore nel centro sinistra, questa volta presente, ha sollevato l’affermazione di Berlusconi, che ha detto di volere portare avanti secondo il modello voluto da Falcone. Il primo a rispondere sull’argomento è il giudice Ingoia, di Magistrature Democratica, il quale afferma parlando di Falcone: “il suo chiodo fisso era la lotta alla mafia. Se Berlusconi vuole davvero mettere in pratica le idee di Falcone, si dediche all’urgente approvazione di un testo unico antimafia”. Più duro Di Pietro, il quale afferma: “Falcone ha combattuto la mafia, Berlusconi, invece, molte volte ha ammiccato ai mafiosi”. Per il PD, Anna Finocchiaro, ribadendo all’accusa di Berlusconi nei confronti di Veltroni, definito “suddito delle frange giustizialiste”, ha replicato: “Berlusconi fa una confusione: noi siamo attenti alla legalità ed alle regole: Ma la differenza tra legalità e giustizialismo, sembra sfuggirgli” ( a Berlusconi ) Un’estate calda, quindi, quella che stiamo vivendo e non solo o non tanto dal punto di vista della temperatura, ma certamente dal punto di vista di uno scontro politico senza esclusione di colpi, che è preludio di un autunno infuocato. Per la ripresa, infatti, a fronte di una maggioranza che con arroganza va avanti evitando e anzi rifugendo da qualsiasi confronto con l’opposizione, speriamo ci sia una forte opposizione del PD, che ritrovata la sua unità interna, si metta a fare con fermezza il proprio mestiere di opposizione, All’arroganza dei numeri, che affiora sempre nelle prese di posizione della maggioranza, si contrappongano antichi rimedi, come la mobilitazione delle piazze, non solo raccogliendo le firme contro la politica economica del governo, cosa comunque necessaria, utile e lodevole. Senza nulla togliere ad una politica di riforme, in primis quella elettorale, che ridia libertà di scelta dei candidati reintroducendo la preferenza, oggi l’Italia ha bisogno di fermare la speculazione che fa volare i prezzi dei generi di largo consumo (+ 30% pane e pasta), per non parlare di frutta e verdura. Oggi l’Italia ha bisogno di una oculata politica dei salari, ricostituendo potere d’acquisto a lavoratori e pensionati.