La commissione Affari Costituzionali ha esitato il cosi detto rosatellum bis o 2.0, che aggira la sentenza della Corte e regala agli italiani l’illusione di scegliere il parlamento. Da l’illusione, dico, perché poche sono le cose che possono andare in questa nuova legge se dovesse passare, mentre molte sono quelle che non vanno. Ad esempio, se va il fatto che finalmente potremmo disporre di una legge che prevede gli stessi meccanismi di elezione sia per la camera che per il senato, tante altre sono le cose che non vanno bene. Non va bene, ad esempio, lo sbarramento al 3% per camera e senato per liste singole, perché molto basso, come basso è lo sbarramento del 10% per le coalizioni. Che partito è quello che raggiunge appena il 3%? Questo sbarramento che sembra spingere verso le coalizioni, contrasta con la parte proporzionale della legge, poiché lascia immutata la confusione che attualmente c’è con tante piccole liste presenti in parlamento, che riescono a condizionare i governi. Vi chiedete anche che coalizione è quella che non supera il 10% e cosa sono le coalizione se è previsto che ogni entità politica componente la stessa, può presentare un programma proprio senza condividere un programma comune? E quanti gruppi scaturiranno da la coalizione, se poi ogni componente vorrà costituire il proprio? In definitiva, questo tipo di sbarramento, non è per niente buono ad eliminare i partitini piccoli, che alla fine restano solo strumenti per gestire sia una fetta del potere spesso più grande di loro, sia a condizionare i governi, aumentando la confusione e non certo la democrazia. Altra cosa che non va, molto grave, è che nei collegi uninominali si prevede la elezione solo del 36% dei parlamentari e vince che prende più voti senza alcun ballottaggio. Il restante 64% dei parlamentari, invece viene assegnato al proporzionale con liste bloccate e senza che l’elettore abbia la possibilità di esprimere una preferenza. Questo metodo, consente solo ai capi partito di decidere chi deve entrare in parlamento e chi no, stravolgendo il senso della democrazia ed anche quello della sentenza della corte che avrebbe voluto le preferenze. Che democrazia sarebbe quella che ti priva del diritto di scegliere chi ti deve rappresentare in parlamento, diritto che viene riservato ad una ristretta cerchia di capi partito e di capi corrente? Perché un parlamentare così nominato dovrebbe rispondere al suo elettorato? Egli ha forse un elettorato cui rispondere? Certamente no, mentre invece ha un capo a cui restare fedele e rendere conto, al fine di salvaguardare la sua poltrona in parlamento. Non parliamo poi del fatto che nel proporzionale un candidato può presentarsi in cinque collegi diversi, che è un metodo di controllo più preciso per scegliere chi deve essere eletto. Non va nemmeno il fatto che bastano 750 firme per presentare candidature sia alla camera che al senato, quasi qua te ne occorrono per le candidature di un consiglio comunale di una piccola città. Come si fa poi ad ipotizzare una coalizione senza un capo o a prevedere che il capo politico può essere anche uno che a norma della legge Severino non è candidabile ed eleggibile. Troppe sono le cose che non vanno in questo brutto ibrido che chiamano rosatellum bis o 2.0 Eppure su di essa sembra convergere un’ampia maggioranza che va dalla lega a forza italia, dal PD ad alleanza popolare ad ALA, certo ognuno con motivazioni anche diverse, mentre l’unkico denominatore comune, a mio parere, resta solo quello, che una legge così fatta, consente ai capi partito ed ai capi corrente, dei vari componenti la probabile coalizione, di dividere con un moderno metodo cencelli, deputati e senatori, soddisfacendo tutti gli appetiti, tutte le esigenze, tutte le pretese obbligate dallo stare assieme in una accozzaglia che viene pomposamente chiamare coalizione. In definitiva, questa legge che potrebbe subito dopo le elezioni essere attenzionata dalla Corte Costituzionale, che raccomandava la necessità delle preferenze quale segno di democrazia, potrebbe soddisfare i fautori per le esigenze della prossima scadenza elettorale, mentre potrebbe diventare motivo di dibattito per la nuova legislatura, permettendo ai partiti di trastullarsi per i prossimi cinque anni, magari pervenendo alla fine ad una ulteriore legge compromesso. L’unica speranza sarebbe che la camera o il senato fermi questa velato attentati alla democrazia, modificando profondamente la proposta uscita dalla commissione e garantendo agli italiani un vero diritto al voto con la possibilità di esprimere la loro volontà e di scegliere da che vogliono essere rappresentati. ( Salvatore Augello)