Da tempo l’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie piglia parte alla discussione sul prossimo referendum istituzionale per dire qual è il suo orientamento e perché vota NO.

Questo non significa che non siamo d’accordo col fatto che alcune parti della Costituzione vadano aggiornate o che non siamo d’accordo sulla necessità di abbassare il costo della politica.

Non siamo invece d’accordo con le modifiche che sono state apportate alla costituzione, con la riforma che viene sottoposta a referendum.

Perché non siamo d’accordo?                                                    

Diversi sono i motivi di disaccordo, ma cercheremo di elencarne alcuni:

1)      la rappresentanza degli emigrati esce indebolita perché non avrà più alcuna rappresentanza nel nuovo senato;

2)      questo importante organismo di garanzia voluto dai padri costituenti: il Senato, così come trasformato, viene tolto dalla libera e democratica scelta degli elettori, ma sarà interamente nominato dalle regioni e dai comuni. Non si voterà quindi poiché i 100 senatori saranno scelti da altri e godranno dell’immunità parlamentare. Si dice che non avranno stipendio, ma spunterà dopo un congruo rimborso spese per garantire la loro presenza a Roma durante le riunioni;

3)      perché se si  voleva veramente diminuire il costo della politica, bastava dimezzare ad esempio la Camera, oltre allo stipendio, ma questo non si è fatto, non solo, ma viene rafforzato il potere della Camera, che diventa l’unico organismo che voterà la fiducia al governo;

4)      viene ridimensionato il ruolo delle regioni, rendendo simbolico il decentramento e lasciando dei consigli e/o dei parlamenti regionali con pochissimi poteri, ma con lo stesso stipendio di ora. Insomma, in questa delicata materia delle autonomia e del federalismo, si fanno parecchi passi indietro, aumentando il potere accentratore della Camera e del Primo Ministro;

5)      viene quasi azzerata la partecipazione degli elettori nella scelta dei propri rappresentanti, considerato che la nuova legge elettorale prevede i capilista nominati dai vertici ed eletti come se si trattasse di liste bloccate, oltre alla possibilità per ogni capolista di presentarsi in dieci circoscrizioni diverse;

6)      il potere in mano al premier, sarebbe di gran lunga aumentato a discapito della partecipazione popolare e della stessa democrazia;

7)      votando NO, gli emigrati si riappropriano del loro ruolo di difensori della democrazia e della Costituzione, che se pure necessita alcuni ritocchi, questi ultimi non possono essere a scapito della democrazia e della rappresentanza degli italiani all’estero.

Salvatore Augello

Segretario Generale USEF