La Sicilia ha corso il rischio di rimanere l’unica regione in cui si vota un solo giorno. Dopo essersi allineata – si è votato sempre in due giorni – è arrivato l’annuncio del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che avrebbe proposto in consiglio dei Ministri le urne aperte anche il lunedì. Pareva cosa fatta, altrimenti il Ministro non avrebbe esternato, e invece c’è stata una marcia indietro improvvisa e sorprendente. C’è stata una levata di scudi delle opposizioni, infatti, hanno addebitato al premier, Matteo Renzi, l’intenzione di blindare il referendum confermativo, dando più tempo agli elettori di recarsi al seggio. La replica è stata immediata: ce l’avevate chiesto voi di tornare al secondo giorno, ha ricordato. Questione chiusa. La Sicilia quindi non è una eccezione, come stava per accadere: alle amministrative nei 28 comuni in cui si vota, urne aperte solo la domenica. E’ prevedibile, dunque, un nuovo calo di votanti. Le consultazioni locali, tuttavia, sono quelle che registrano il tasso di astensionismo più basso, grazie all’alto numero dei candidati. Bisognerà, comunque, fare i conti con le consuetudini. Si è sempre votato la domenica e il lunedì, e il secondo giorno ha votato mediamente il venti per cento, o qualcosa di meno, dell’elettorato. Una parte degli elettori del lunedi, naturalmente, voteranno la domenica. Il referendum confermativo di ottobre sulla riforma costituzionale non ha lo stesso appeal delle amministrative, non ci sono candidati ma giudizi da promuovere. Gli esperti ed i sondaggisti sono concordi nel ritenere che l’astensionismo punisca più il “sì” che il “no”. E che la Sicilia sia, per la sua tradizione (urne aperte per due giornate), una delle regioni a maggior rischio per la conferma della riforma. Ma tornare indietro e votare la domenica e il lunedì, sarebbe stato un errore. Si vota ovunque un solo giorno, ed una ragione c’è: si spende di più ingiustificatamente. (fonte: siciliainformazioni.it)