Da Letter from Washington DC di Oscar Batoli, ripigliamo la notizia che riportiamo qui sotto e che ci porta in un Italia permissiva, dove è possibile offendere la bandiera italiana ed anche l’inni nazionale, senza che nessuno di quella maggioranza che oggi governa l’Italia, tranne qualche eccezione di cui bisogna dare atto, Fini, Schifani, oltre ben intesa il Presidente Napolitano e l’opposizione che ha protestato indignata, abbia espresso una nota di biasimo.
 Pare che nemmeno il giudice se l’è sentita di condannare un gesto, che a nostro parere, andava certamente e duramente condannato, specialmente perché proveniente da un ministro di questa repubblica. Questa la nota.
Letter from Washington DC IL DITO DI BOSSI
Il gesto di Bossi che ha mostrato il dito medio alla folla dei suoi colti seguaci leghisti, non e' stato giudicato dal giudice vilipendio anche se riferito esplicitamente all'Inno nazionale. L'episodio, infatti, secondo il giudice non si e' verificato nell'espletamento delle sue funzioni di ministro della Repubblica, ma solo come privato cittadino e capo partito. La decisione salomonica, del resto attesa, e' un tipico esempio di sofisma: il ministro come tale e' responsabile dei suoi atti dalle dieci del mattino alle due del pomeriggio, secondo orario d'ufficio, ma nelle altre ore della giornata quando rilascia interviste, fa comizi, amoreggia, gestisce affari paralleli o sotteranei non ha alcuna veste ufficiale. Come avrebbero potuto incriminare il povero Bossi per il suo dito medio alzato in segno di 'vaffa' se il suo stesso presidente Berlusconi, anni prima si era esibito in una identica performance, senza parlare dei suoi discepoli che piu' volte hanno fatto il gesto dell'ombrello? Il dito medio alzato e' una delle tante importazioni che gli italiani fanno dall'America, paese del quale imitano gli aspetti meno nobili, a cominciare dalla televisione, ignorandone invece il senso morale che pervade questa societa'. Delle uscite di Bossi tutto il mondo politico italiano e la platea dei fans non si cura. Sono solo delle esternazioni un po' fuori le righe, che vengono considerate con una alzata di spalle e un divertito ammiccare come si fa nei confronti del vecchio zio, rincoglionito che si piscia addosso. Se un fatto del genere si fosse verificato negli Stati Uniti a livello governativo avrebbe scatenato un'infinita reazione. In Italia no, perche' il Paese e' ormai sodomizzato dalla volgarita' della politica al punto che ci prende pure gusto. L'ingiuria espressa verso l'Inno nazionale da parte di una autorita' di governo e' indirizzata automaticamente a tutti coloro che per quell'Inno sono morti credendo nella causa per la quale stavano operando o combattendo sui vari fronti di guerra in nome dell'Italia. E' un'offesa a coloro che all'estero ancora sentono un brivido scorrere nella schiena quando questa musica viene suonata e cantata nelle varie cerimonie ufficiali. Perche', al di la' della sua scarsa consistenza musicale e delle liriche che sono vetuste, Fratelli d'Italia ci accomuna tutti, in ogni circostanza e situazione di luogo e tempo. La volgarita' del signor Bossi si inserisce nel degrado dei costumi che attanaglia l'Italia, dove ormai il lezzo trionfa in ogni settore della vita sociale. Ed e' questa la ragione per cui il Ministro Bossi non puo' essere criminalizzato per avere mandato a Vaffa l'Inno visto che il Vaffa lo usano tutti e con grande facilita'. Viva l'Italia del Vaffa.