Ventotto milioni di euro per contrastare il fenomeno delle vecchie e nuove povertà. La giunta regionale, su proposta dell’assessore della Famiglia, delle Politiche sociali e delle Autonomie locali, Caterina Chinnici (nella foto), ha approvato la rimodulazione delle risorse del Fondo nazionale politiche sociali (legge 328/2000) relative al triennio 2004-2006 e non utilizzate.

Si tratta di 28 milioni di euro che saranno destinati a due programmi di iniziativa regionale, tra loro integrati e complementari. “Nella società italiana, e ancor di più in Sicilia - spiega l’assessore Chinnici - la condizione di povertà ha raggiunto livelli allarmanti e insostenibili. Una situazione rispetto alla quale una forte azione di contrasto alle povertà estreme non può non divenire uno dei principali obiettivi per la costruzione di una società fondata sulle opportunità e sulla solidarietà, così come il modello di welfare della Regione siciliana prefigura”. Il primo programma, per il quale sono previsti 7,7 milioni, riguarda il miglioramento della qualità dei servizi in favore dei soggetti disagiati, attraverso la valorizzazione delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab). Proprio gli assistiti delle ex Opere pie, infatti, versano in condizione di grave disagio sociale. Il finanziamento di questi progetti permetterà di avviare, inoltre, un percorso virtuoso che, generando un’inversione di tendenza del trend deficitario delle Ipab, indirizzerebbe tali enti verso il necessario processo di risanamento. Il tutto in attesa dell’intervento legislativo di riordino dell’intera materia, il cui iter è stato già avviato. “Anche in ragione del fatto che il 2010 è stato scelto dalla Commissione europea come “Anno europeo contro la povertà” - riprende l’assessore Chinnici - era opportuno che il Governo regionale adottasse un piano organico di contrasto alla povertà estrema, per restituire alle persone che versano in questo stato le capacità di condurre una vita con dignità”. Il secondo intervento, per il quale ci sono a disposizione 20,3 milioni di euro, riguarda la sperimentazione di interventi urgenti di assistenza primaria agli indigenti, mediante la valorizzazione, tra gli altri, del ruolo degli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti (quali ad esempio Caritas diocesane, parrocchie, congregazioni religiose). A questi enti che, con continuità e competenza, si sono fatti carico di assistere i bisognosi, verrebbe affidata l’attuazione degli interventi, non inferiori a 2 anni, del programma di sperimentazione su tutto il territorio regionale. Il modello seguito sarà quello della “presa in carico integrata”, fondato sulla pluralità di interventi direttamente incentrati sui bisogni dell’individuo e sull’unità familiare (alloggio, beni e servizi materiali, consulenze legali e psico-sociali, sostegno socio-assistenziale, sussidi economici). (Fdp)