Prevenire le infiltrazioni della mafia nella pubblica amministrazione, aiutare il Governo e ispirare l’attività legislativa dell’Assemblea regionale siciliana. A questo servirà il ‘Codice antimafia e anticorruzione nella Regione Siciliana’ che è stato presentato questa mattina, a palazzo d’Orleans, nel corso di una conferenza stampa.

Il ‘Codice’ è stato redatto da una commissione di giuristi ed economisti, presieduta da Pier Luigi Vigna, già procuratore nazionale antimafia. Della Commissione, oltre a Vigna, hanno fatto parte Mario Busacca, già procuratore della Repubblica di Catania; Sergio Barbiera, magistrato; Ignazio Tozzo, dirigente generale del personale della Regione; Gaetano Lo Cicero, direttore generale del Comune di Palermo; Alessandra Bonafede, funzionaria dell’Ance; e i docenti universitari Mario Centorrino, Andrea Piraino ed Ernesto Savona. “I componenti di questa Commissione - ha detto il presidente della Regione, Raffaele Lombardo - hanno prestato la loro opera gratuitamente e per questo li ringrazio”. Lombardo ha ricordato i colpi che la magistratura e le forze dell’ordine hanno assestato alla mafia nelle ultime settimane. “E penso - ha aggiunto - alle mille iniziative di contrasto e di lotta alla mafia che fioriscono nella società civile siciliana. Il Codice antimafia e anticorruzione è un’altra iniziativa importante che guiderà il Governo nell’amministrazione di ogni giorno e il Parlamento siciliano nell’attività legislativa”. “Anche sul fronte della lotta alla mafia - ha detto Pier Luigi Vigna - prevenire è sempre meglio che curare. Alcune delle disposizioni contenute in questo ‘Codice’ dovranno essere recepite con leggi, altre potranno essere applicate in via amministrativa. Il ‘Codice’ si configura come un segnale di comportamento attivo nella lotta alla mafia. Un segnale che speriamo sia accolto e rilanciato dall’intera società civile siciliana”. “Il ‘Codice’ - ha sottolineato l’assessore regionale alla Presidenza, Gaetano Armao - non vuole essere esaustivo né ha intenti moralizzatori o punitivi. Vuole esaltare valori come l’impegno della Regione Siciliana a prevenire e contrastare infiltrazioni mafiose. Con la consapevolezza che la presenza della mafia costituisce una variabile pesantemente negativa per lo sviluppo socio-economico della Sicilia”. “Sarà mia cura - ha aggiunto Armao - provvedere a trasfondere gli schemi normativi elaborati nei disegni di legge di riordino del personale della Regione e di riforma dei procedimenti amministrativi già all’esame della Giunta. Le disposizioni che riguardano invece la normativa sui contratti pubblici e la disciplina urbanistica faranno parte di uno schema di disegno di legge che, con i colleghi competenti per materia, porterò alla prima Giunta utile”. Ci sono, poi disposizioni che verranno applicate in via amministrativa: per esempio, gli accessi delle Prefetture nella banca dati della Regione. Tra le innovazioni introdotte con il ‘Codice antimafia e anticorruzione’, l’introduzione di clausole per garantire trasparenza nelle gare d’appalto; una più efficace valutazione per la professionalità e affidabilità dei dipendenti regionali, anche attraverso iniziative di formazione; la tracciabilità delle movimentazioni di denaro; una più puntuale previsione dell’obbligo di costituzione di parte civile della regione per reati dei quali siano imputati i dipendenti dell’amministrazione; controlli sulle variazioni urbanistiche,per evitare che la mafia approfitti dei cambiamenti di destinazione d’uso dei terreni. (g.a.)