“La strategia del governo della Regione per il riordino delle società partecipate è chiara e coerente, ed è diretta a razionalizzare, ridurre e riqualificare la spesa pubblica regionale, attraverso la soppressione di alcune e l’accorpamento delle altre.

Punti sui quali il Documento di programmazione economica e finanziaria è chiarissimo e non ammette equivoci”. Lo ha detto l’assessore regionale al Bilancio, Roberto Di Mauro, commentando le dichiarazioni del deputato regionale Pippo Gianni sulla costituzione di due nuove società pubbliche regionali. “La possibilità di costituire nuove società pubbliche - dice Di Mauro - è soltanto l’epilogo di un percorso logico e necessario che passa dalla drastica riduzione del numero di enti, che sono decine e che non hanno garantito l’efficienza e la economicità della gestione dei servizi resi. Il governo ha già disposto le prime liquidazioni e, nel contempo, ha provveduto a ridurre il numero dei componenti dei consigli di amministrazione e i loro compensi”. “Il ricorso a nuove strutture, in settori strategici per la pubblica amministrazione – chiarisce l’assessore – è dovuta all’esigenza di garantire una gestione meno frazionata e frammentaria, e di maggiore incisività degli interventi attraverso la concentrazione di compiti e funzioni, introducendo il principio della regia unica in settori chiave della nostra economia, come richiesto anche dalle norme comunitarie. Gli obiettivi che perseguiamo sono il contenimento della spesa, l’innalzamento della qualità dei servizi, un migliore utilizzo del personale e la capacità di utilizzare le risorse extraregionali, in modo da liberare risorse del bilancio della Regione. Devono essere società pubbliche, viste le loro finalità connesse a servizi da rendere alla collettività. Ma, la rottura con il passato è netta, perché il principio di efficienza sarebbe garantito dalla responsabilizzazione dei vertici attraverso un rigido controllo sul raggiungimento degli obiettivi e degli equilibri di bilancio, per come ribadito nella manovra correttiva che estende l’obbligo del rispetto del patto di stabilità anche per gli enti e le società regionali”. Di Mauro cita un esempio su tutti: “il comparto agricolo-forestale, nel quale operano una pletora di enti e società, con duplicazione di competenze e attività, che possono essere accorpate in un unico soggetto che svolga in house tutti i servizi, con un considerevole risparmio per il bilancio regionale”. “L’onorevole Gianni – conclude Di Mauro - cade nello stesso errore dell’onorevole Caputo: a termini di regolamento dell’Ars, la competenza sul Dpef è della commissione Bilancio; le altre commissioni, possono esprimere osservazioni e proposte da inviare alla seconda commissione”. (Stanislao Lauricina)