“Il presidente della Commissione Gaetano Pecorella ha assolutamente ragione quando sostiene che il quadro della situazione in Sicilia è grave e allarmante. Ma è altrettanto vero che gli anni di ritardo e le attività ereditate, prima di tutto quel piano improprio,

sovradimensionato e dichiarato infine illegittimo dall’Alta corte di Giustizia europea, non possono essere in alcun modo ascritti a questo governo regionale”. Lo afferma l’assessore regionale Titti Bufardeci, che così commenta le dichiarazioni del presidente della Commissione d’inchiesta nazionale sul ciclo dei rifiuti. “Non c’è dubbio che si debba cominciare daccapo – continua – e proprio per questo il presidente Lombardo, con il sostegno dell’intero governo regionale, ha posto il tema dei rifiuti al primo punto dell’agenda politica”. “Non c’è altra strada - continua Bufardeci – perché in nessun caso avremmo potuto, e men che mai voluto, proseguire nel solco dettato da chi ci ha preceduto. Il piano bocciato prevedeva una raccolta monstre di 2,5 milioni tonnellate di rifiuti. Dati impraticabili, soprattutto in termini di raccolta differenziata. Come impraticabile era la strada che portava a quelle tipologie di termovalorizzatori, connotati da tecnologie obsolete. Infine, è chiaro che proprio in nome dei buoni principi amministrativi e politici abbiamo preso atto e ci siamo adeguati alla pronuncia dell’Alta Corte di Giustizia”. Il presidente Pecorella ha anche sottolineato il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle aziende del ciclo dei rifiuti. “Faremo muro contro questa eventualità – conclude Bufardeci – e laddove si siano registrati episodi di infiltrazione interverremo con la massima tempestività e durezza”. (Piero Messina)