La Regione siciliana si farà interprete con il Cipe dei disagi patiti dai comuni e dalle popolazioni colpite dal terremoto e dalla colata lavica del 29 ottobre 2002, affinché possano proseguire i lavori per la ricostruzione e il recupero degli edifici danneggiati. E’ l’esito dell’incontro che si è svolto tra il presidente Raffaele Lombardo,

l’ ing. Salvatore Cocina, dirigente generale del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, ed i deputati regionali Nicola D’Agostino e Raffaele Nicotra che è anche sindaco di Acicatena e componente del comitato costituito spontaneamente dai sindaci del comprensorio colpito dall’evento tellurico, per fare il punto della situazione post sisma e sull’esaurimento delle risorse finanziarie. La riunione, che fa seguito all’appello lanciato dal comitato dei sindaci, si è tenuta, ad inizio della settimana nella sede catanese della Presidenza della Regione ed è proseguito con ulteriore approfondimento della materia, a Palazzo d’Orleans. “Le somme assegnate immediatamente dopo il sisma – ha affermato Cocina – sono state spese con la massima celerità ed efficacia; già all'epoca era chiaro, però, che non sarebbero stati sufficienti ad ultimare i lavori di riedificazione delle strutture danneggiate, considerato che a fronte di danni stimati in oltre 400 milioni di euro ne sono stati assegnati 150 con i quali – ha proseguito il dirigente - è stato effettuato il recupero di una considerevole parte degli immobili: circa l'85% di quelli privati e dichiarati, a suo tempo, inagibili, e il 60% di quelli pubblici, inagibili e non. Non ci sono finanziamenti, invece, per il recupero degli immobili privati danneggiati sì dal sisma, ma non resi inagibili. In questi territori, peraltro, si impone, una politica di prevenzione sismica assolutamente prioritaria, anche in considerazione dei ripetuti eventi tellurici, gli ultimi proprio in questi giorni”. Nell’autunno del 2002 furono tredici i comuni (Acicatena, Acireale, Belpasso, Castiglione, Giarre, Linguaglossa, Milo, Nicolosi, Piedimonte Etneo, Ragalna, Sant’Alfio, Santa Venerina e Zafferana Etnea) colpiti dal terremoto e dalla colata lavica che provocò danni ingenti: migliaia fra edifici, scuole e chiese furono resi inagibili, oltre a feriti ed alcune migliaia di senzatetto. Nel corso della riunione è stata affrontata anche la questione relativa al recupero dei contributi indebitamente versati da parte dei cittadini di quei comuni, ai quali, solo in un secondo momento, è stato riconosciuto ed esteso l’abbattimento di tributi e tasse: si cercherà di percorrere la strada del recupero delle somme mediante il credito d’ imposta. (Ludovico Licciardello)