MAZZARINO (CALTANISSETTA) - Ancora proteste nel Nisseno contro il ridimensionamento dell'ospedale Santo Stefano di Mazzarino. La protesta e' scoppiata mercoledì dopo che un ragazzo di 23 anni è morto in seguito ad un incidente stradale mentre la sala operatoria del nosocomio era chiusa. Blocchi stradali sono stati fatti sulle principali arterie di collegamento con il paese e sugli svincoli per Caltanissetta della A19 Palermo-Catania.

Intanto una proroga di altri 4 mesi per l'ospedale è stata decisa nel corso del vertice in Prefettura a Caltanissetta a cui ha partecipato il sindaco Vincenzo D'Asaro. Il prefetto Vincenzo Pretucci ha disposto che fino al 31 dicembre la struttura non debba subire il ridimensionamento previsto dal decreto dell'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo. Pertanto dal primo settembre, secondo il prefetto, il reparto di chirurgia tornerà in funzione con il distacco a Mazzarino di alcuni medici da parte dell'Asl 2 di Caltanissetta. L'accordo raggiunto ha interrotto le proteste dei familiari e degli amici di Filippo Li Gambi, 23 anni, morto il 20 agosto scorso a seguito di un incidente stradale.

 CALABRIA, SACCONI MANDA GLI ISPETTORI - Il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, ha disposto l'invio degli ispettori del ministero presso il Servizio sanitario della Regione Calabria per concorrere ad accertare le cause - con particolare attenzione ad eventuali inefficienze organizzative - di alcuni decessi avvenuti nelle strutture ospedaliere, a partire da quello dei giorni scorsi di una bambina presso l'ospedale di Locri. Lo rende noto lo stesso ministero. Sacconi, rende noto il ministero, ha inoltre richiesto, tramite il competente Dipartimento, una relazione alla Regione Sicilia sulle dinamiche che hanno condotto alla morte del giovane Filippo Li Gambi. La relazione richiesta dovrà in particolare evidenziare le eventuali inefficienze del servizio 118 - peraltro oggetto, nell'ambito del piano di rientro, di uno specifico programma di riorganizzazione - e dei modi con cui il paziente è stato trattato nei presidi ospedalieri di Mazzarino e di Caltanissetta. "A una primissima lettura - rileva il ministero del Welfare - gli episodi appaiono confermare la necessità di robusti processi di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari nelle Regioni del Mezzogiorno, con particolare riguardo allo sviluppo dei servizi territoriali e alla razionalizzazione delle funzioni ospedaliere per malati acuti, compresa una efficiente e tempestiva rete di emergenza-urgenza". "Stiamo assistendo ad un vero e proprio bollettino di guerra". E' indignata Maria Sorrentino, la mamma di Federica Monteleone, la sedicenne entrata in coma nel gennaio del 2007 mentre veniva sottoposta ad un'operazione di appendicite nell'ospedale di Vibo Valentia e deceduta una settimana dopo in quello di Cosenza, che chiede l'intervento del premier, Silvio Berlusconi, dopo i recenti episodi di presunta malasanità. "Mentre a Locri si celebravano i funerali della piccola Sara - afferma la donna - a Lamezia Terme un altro giovane lasciava questa vita per un'appendicectomia e a Vibo Valentia veniva aperta una nuova inchiesta per, oramai, l'ennesimo caso sospetto di malasanità. E' una vera e propria calamità naturale e in quanto tale un Presidente del Consiglio ha il dovere di recarsi sul luogo del disastro e toccare con mano danni e cause". "E' probabile che io possa apparire pesante e ripetitiva - prosegue la donna - ma pesante e ripetitivo è il dramma che sta colpendo sempre più famiglie come la mia. Il mio cuore sanguina di un dolore umanamente insopportabile e questo penso possa bastare a giustificare la mia insistenza affinché si prendano seri provvedimenti. E' insopportabile pensare di vivere in un Paese in cui si fanno leggi che perseguono penalmente chi abbandona un cane e si lascia libero chi uccide in corsia". "Invito il presidente del Consiglio - conclude - a venire in Calabria a verificare personalmente la situazione dei nostri ospedali, perché è davvero mortificante accendere la tv, guardare un Tg che un momento prima mostra i funerali di una bimba morta in Calabria per malasanità e subito dopo di un triplo trapianto all'ospedale le Molinette di Torino. Oggi io mi chiedo: 'ma noi calabresi siamo italiani solo in campagna elettorale?'. Attendo risposta".