La questione meridionale è tornata nell’agenda politica del Paese. Non ci sono meriti da attribuire ad alcuno. Troppo povera e vaga l’intenzione del governo di intervenire con un piano; troppo povera e vaga l’intenzione dei sostenitori di un’iniziativa politica che accolga le ragioni del Meridione in un nuovo soggetto politico o in un’area culturale e politica interna ai partiti esistenti.

 Sospette anche le motivazioni. Il Pdl teme di perdere consensi a causa delle ribellioni dei leader meridionali, e questi ultimi temono di perdere la gestione dei flussi di risorse che hanno mantenuto e rafforzato le clientele. Sapremo presto se il nostro scetticismo sia o meno fondato. L’esperienza ci induce a sospendere il giudizio, la responsabilità, come testata che opera al Sud, ci obbliga a non restare alla finestra. A partire da oggi la nostra testata nazionale – ItaliaInformazioni.com – si arricchisce di un sottotitolo, si chiamerà: Quotidiano del Sud d’Italia. E’ una scelta di campo. Scelta politica e culturale, non partitica. Non c’è alcuno schieramento che con convinzione, competenza, tenacia abbia posto la centralità della questione meridionale. Non c’è alcuna iniziativa politica che allo stato ci rassicuri su interventi, investimenti, volontà a favore del Mezzogiorno. La rivendicazione di risorse ripropone un Sud questuante e perdente; non affronta la questione meridionale: la aggira, la strumentalizza, la inquina. Solo il buon governo può salvare il Sud. E il buon governo vuol dire Roma, Napoli, Palermo. Ma anche Milano, Torino, Bologna eccetera. Il Sud si governa soprattutto al Sud, ma senza il Nord nessuno sforzo potrà raggiungere risultati significativi. E’ il Sud a gestire il proprio destino, non il Nord. Fino a che la classe dirigente meridionale vivrà di clientele e questuerà risorse le cose non cambieranno. Ma la credenza che lo Stato centralista abbia avvantaggiato il Mezzogiorno, è senza fondamento; il Sud è stato vittima e non beneficiario dello Stato centralista. Ci sono buoni motivi per ribellarsi agli egoismi del Nord, non ce ne sono per sostenere che lo stato del Mezzogiorno sia unicamente addebitabile a questi egoismi. La centralità della questione meridionale può essere posta da una informazione e da una comunicazione che la renda tale. "ItaliaInformazioni.com Quotidiano del Sud d’Italia" s’impegna a rappresentare ragioni, fatti, episodi, che interessano Mezzogiorno e non trovano spazio o ne trovano in misura insufficiente. Le mafie rubano il cuore e la ragione di tutti, offrendo quotidianamente lo spaccato di una società malata ed irridimibile. Non sono un’invenzione, sono una malattia che alcuni ritengono incurabile. Non crediamo che sia incurabile, di sicuro ha indebolito il Mezzogiorno e distrutto la sua immagine. Quella che offre l’informazione sul Mezzogiorno è una realtà vera ma ingiusta. Gli atteggiamenti asociali del Meridione fanno notizia, il resto non esiste o quasi. Il Mezzogiorno è altro: arte, cultura, spettacolo, genio, creatività. E’ tolleranza, solidarietà, affettività, passione. Autoironia e teatralità. Famiglia, appartenenza. Queste qualità individuali e collettive valgono quanto le opere d’arte e gli splendidi paesaggi, il clima e i mandolini. I meridionali hanno un modo di stare al mondo riconoscibile. Non sono migliori né peggiori, ma hanno maturato una diversità. Se il Paese l’avesse valorizzata, sarebbe migliore. Invece l’ha trascurata, abbandonando il Sud al suo destino, o discriminandolo o riducendolo a stereotipi che hanno fatto nascere pregiudizi e giustificato per qualche tempo anche una sorta di razzismo. Il Paese non ha utilizzato questo patrimonio inestimabile. E’ stato uno spreco. La cultura del Mezzogiorno conosce una nuova sudditanza al tempo del leghismo. Il Sud d’Italia subisce un nuovo neocolonialismo, ben più inquietante e infido di quelli vissuti in passato, perché non riconosciuto né riconoscibile. E’ l’effetto manifesto della secessione culturale, ancorché politica, avviata con successo dalla Lega Nord e assecondata sia dalla maggioranza di governo quanto, seppure in tono minore, dall’opposizione spaventata dalla perdita di consensi a Nord. La posizione dominante della Lega ha imposto al Paese – in materia economica, in materia energetica, in materia di sicurezza e istruzione, perfino nei rapporti sociali – provvedimenti e scelte culturali lontane dagli interessi, dalle tradizioni, dalle consuetudini, dal modo di essere dei cittadini meridionali. Il respingimento non fa parte della cultura meridionale, come la paura del diverso, dello straniero. Le ronde non fanno parte della cultura meridionale. Nelle città del sud il kebab è accettato quanto le panelle, mentre in Lombardia è vietato. I consiglieri provinciali di Vicenza – Pdl e Pd – hanno approvato un ordine del giorno che pretende il respingimento dei presidi meridionali dalle scuole del Nord. Nel Mezzogiorno un episodio simile non potrebbe avvenire. A Mazara del Vallo la comunità araba e quella siciliana si sono integrate e non c’è mai stato alcun episodio di intolleranza. I meridionali pagano le tasse come gli altri cittadini italiani ma hanno una scuola, una sanità, trasporti e servizi di prima necessità di gran lunga peggiori che il resto del Paese. Il governo ha deciso di premiare i servizi virtuosi, l’istruzione migliore, gli ospedali che funzionano sull’altare delle meritocrazia. Così facendo, senza bilanciamento né correttivi, aggrava e peggiora la qualità della vita dei meridionali con motivazioni di per sé ineccepibili. Premiando le università migliori si tolgono fondi all’istruzione meridionale, aiutando massicciamente le imprese si sceglie di aiutare la parte del paese che ospita la grande e la piccola industria. Decisioni in sé condivisibili, che sprofondano il Sud nella desolazione e gli tolgono il futuro. Il federalismo senza progetto, dati, intenzioni riconoscibili, al di là delle enunciazioni di principio, può offrire nuovi strumenti a coloro che finora hanno discriminato le regioni meridionali, ma anche il definitivo crollo di ogni aspettativa, Il Sud potrebbe diventare il ghetto d’Europa. L’alibi della classe dirigente meridionale impreparata e corrotta non serve a nessuno. E’ stata una preziosa alleata degli egoismi del Nord, e dal Nord valorizzata, foraggiata, tenuta in spolvero. Di sicuro i meridionali l’hanno subita. Nel Nord del Paese, al pari che nel Sud, ci sono uomini e donne convinti che superando gli squilibri sociali ed economici del Paese tutti ne traggano beneficio e che il Mezzogiorno sia stato la vittima dell’organizzazione centralistica dello Stato quanto il Nord, e non il beneficiario. A costoro promettiamo coerenza, indipendenza, determinazione confidando nella buona accoglienza della nostra testata. Che sventola la bandiera del Mezzogiorno senza scendere in armi contro alcuno. (fonte: www.siciliainformazioni.it SP)