(Salvatore Augello) - Risolta la crisi della giunta di governo in Sicilia? Parrebbe di si, visto che è arrivata la nomina degli ultimi tre assessori, che mancavano per completare gli incarichi di governo. I nomi, alcuni dei quali circolavano da tempo, sono arrivati dopo diversi incontri tra Lombardo e Berlusconi, per definire il quadro politico siciliano. La tanto decantata giunta autonomista, il can can sul partito del SUD, la stessa farsa dell’autonomia siciliana,

passa da palazzo grazioli, dove oggi si incrociano e di decidono i destini dell’Italia. Il risultato, che non appariva scontato, non si è fatto attendere molto, la “rivoluzione” lombardiana è arrivata al suo epilogo, con una completa omologazione al governo di Roma. Fuori l’UDC, che in Sicilia ha un forte seguito confermato anche nelle ultime regionali, ma che non era più simpatico a Lombardo, ma anche a Berlusconi, dopo la rottura con Cuffaro, il governo siciliano segue il modello romano, unica novità, il potenziamento della presenza di tecnici, con i quali si pensa di avere soddisfatto l’aspetto autonomista del governo. Intanto, non solo è lontana l’autonomia dal governo romano, ma l’attuale soluzione della giunta, scaturisce anche dalle varie rotture correntizie all’interno del PDL e nel PDL all’interno dei soci fondatori: AN e FI. Il nuovo governo, infatti, ha sponsor di rilievo, come dell’Utri e Miccichè, Schifani e Cammarata, Angelino Alfano, tutti di FI, che esprimono cinque assessori, Misuraca (FI) che ne esprime uno, Fini (AN) che ne esprime due, mentre due vengono espressi da Lombardo (MPA).Accordo raggiunto, quindi, con il risultato di mettere fuori anche colonnelli influenti come La Russa ed altri, che erano presenti nel vecchio governo. Quanto durerà questa PAX? Non è dato sapere, anche se dietro l’apparente forza ostentata da Lombardo, si nasconde una fragilità del governo, che potrebbe emergere quanto prima e riproporre il dilemma della governabilità di una regione, che annovera parecchi problemi spinosi che attendono una soluzione, quali ad esempio la numerosissima pianta organica, fruto della normalizzazione di un precariato illimitato che scaturisce da anni di clientelismo sfrenato. Un problema di bilancio, la disoccupazione, la FIAT di Termini Imerese, l’imprenditoria, la politica degli ATO, contro cui sembrava Lombardo avesse dichiarato guerra, ma che in questo momento resta tutto fermo allo status quo. La battaglia ora, come è prevedibile, si sposta alla scelta delle deleghe assessoriali ed all’accaparramento dei cosiddetti assessorati pesanti. Vedremo che la spunterà e quale governo alla fine verrà fuori.

Questa, allo stato attuale è la giunta Lombardo nata a Palazzo Grazioli:

Raffaele Lobardo Presidente (MPA)

Giovanbattista Bufardeci Vice Preidente Assessore al Turismo (area Miccichè Dell’Utri)

Luigi Gentile Assessore Lavori Pubblici con l’interim del Lavoro e dell’emigrazione (area Fini)

Michele Cimino Assessore al Bilancio con l’interim dell’Agricuìoltura (area Miccichè Dell’Utri)

Gaetano Armao (tecnico) Assess. Presidenza con l’interim del Beni Culturali (vicino a Misuraca)

Roberto Di Mauro Assessore alla Cooperazione (MPA)

Massimo Russo (tecnico) Assessore alla Sanità

Marco Ventiru (tecnico) assessorato all’industria

 Caterina Chinnici (tecnico) Assessore alla Famiglia ed alle Autonomie Locali

Giuseppe Sorbello Assessore al territorio (MPA)

Antonino Beninati Nuova nomina (area Alfano)

Mario Milone nuova nomina (area Schifani Cammarata)

Antonino Strano nuova nomina (area Fini)

Un governo, come si può facilmente vedere che risponde a parecchie logiche, ma prima di tutto a quella correntizia con l’applicazione di un nuovo manuale cancelli, che ancora una volta impone le proprie ferree regole a dospetto di tutte le dichiarazioni di buona volontà che si rich9amano alla indipendenza dei partiti, dalle logiche di potere, dalle logiche di lottizzazione, una pratica quest’ultima, che invece sembra avere trovato terreno fertile per espandersi e crescere in tutte le direzioni. Non vogliamo azzardare altre ipotesi in questo momento, sappiamo che l’opposizione ha promesso battaglia dura senza sconti, vedremo gli sviluppi e che l’UDC ha dichiarato di avere appreso a Roma come si sta all’opposizione. Certo è, che l’UDC deve uscire dal guado e deve definitivemante decidere se è al governo o all’opposizione, ponendo fine a situazioni ibride in varie parti d’Italia e che il PD, deve cercare di emergere con un suo disegno politico di sviluppo di questa martoriata regione, che certamente merita di essere governata bene ed ha tutto il diritto di chiedere una corretta e trasparente politica ai partiti che siedono a Palazzo dei Normanni.