(Salvatore Augello) - Abbiamo con qualche soddisfazione, accolto il risultato ottenuto nel difendere i fondi destinati all’emigrazione, visto che siamo riusciti a ripristinare sul bilancio di previsione della Regione relativo alla rubrica destinata agli interventi in favore dei siciliani all’estero, le somme previste nel 2008. Ciò non toglie, che sia necessaria una profonda riflessione sulla politica che la regione porta avanti in materia di emigrazione,

sulla trasparenza della gestione delle somme, sulla tessa programmazione, che spesso non tiene conto di regole e criteri di assegnazione e si lascia andare ad una discrezionalità che riteniamo eccessiva. Ma veniamo al bilancio. Basta guardare il contenuto del documento finanziario per rendersi conto di quale possa essere l’impegno della Regione, in quale considerazione viene tenuto questo importante settore entro cui si muovono circa 800.000 siciliani in possesso di cittadinanza italiana ed oltre 6 milioni di oriundi, che guardano alla regione con interesse e, perché no, con sentimento. Sentimenti che spesso restano delusi per vari motivi, che possono andare dalla qualità dell’intervento, all’uso che si fa dei finanziamenti, dalla rappresentatività degli organizzatori più o meno radicati sul territorio allo spessore della stessa iniziativa e delle persone coinvolte. Ora, nel dare una prima occhiata al bilancio, sembra di guardare il bollettino dei necrologi, a giudicare dal numero di capitoli accanto a cui, invece di essere scritto l’importo destinato alle finalità previste dal capitolo, si trova la dicitura “PER MEMORIA (PM)”. Un modo per dire che quella voce è esistita e che ora la teniamo solo come ricordo del passato, come appunto per non perdere la memoria, insomma come una sorta di lapide che ricorda come nelle migliori tradizioni, che in quella parte del bilancio giace ad esempio il cap.312526 (ex art. 23 della l.r. 55/80) che prevedeva corsi di formazione e/o di lingua per gli emigrati e per gli immigrati. Tutto secondo le tradizioni che riportate in lapide potrebbe suonare così: “QUI GIACE L’ART. 23 DELLA LEGGE 55/80 CHE MENTRE ERA IN VITA PERMISE DI FARE CORSI DI LINGUA A SICILIANI CHE INTENDEVANO EMIGRARE E AD IMMIGRATI CHE ARRIVAVANO IN SICILIA – RIPOSA IN PACE” Comprendiamo, che possa sembrare un’esagerazione, ma sta di fatto, che di queste lapidi nel bilancio della regione alla rubrica emigrazione se ne incontrano tante, oltre il 50% dell’intera rubrica, a testimoniare come viene interpretata e vissuta l’emigrazione da parte dei governi e dei parlamenti che hanno l’obbligo non solo di legiferare, ma anche di rispettare le leggi che fanno e che diventano operative per la Sicilia. Così, resta “PER MEMORIA” il capitolo 313303, somme da erogare ai comuni per interventi in favore degli emigrati, il cap: 313711: borse di studio; il capitolo relativo alle cooperative, quello relativo ai mutui casa, da anni fermi per mancanza di fondi, ed altri ancora. Ma non basta, nel bilancio della rubrica che stiamo esaminando, oltre ad esserci il “cimitero”, c’è anche una sorta di reparto di terapia intensiva, dove vengono tenuti in vita capitoli prossimi alla marte, come ad esempio ex art. 12 e 12 bis (colonie e campeggi) che continuano a disporre di fondi pressoché simbolici, giusto per tenerli in vita, ma sembrano prossimi alla morte. Oppure l’ex art. 24 (turismo sociale), anch’esso trattato con la stessa “terapia” dotazione più simbolica che di sostanza, giusto per tenerlo in vita in attesa di decretarne la morte. Non parliamo poi dell’ex art. 9 (contributo alle associazioni regionali riconosciute dalla legge), che resta a livello di pura elemosina, tanto da non permettere la sopravvivenza di questi importanti organismi, che da oltre quaranta anni sono stati lo strumento di crescita delle comunità di siciliani all’estero oltre che lo strumento di collegamento tra la Regione e le sue politiche e i siciliani all’estero. Riteniamo sia giunto il momento di scelte coraggiose che si appartengono certamente alla politica quindi, al Governo della Regione ed al suo Parlamento. Si abbia il coraggio di dire che la Regione non intende investire più in questi capitoli, che ha fatto la scelta di eliminare, ignorandola, oltre il 50% della legge 55/80 e di quanto in essa contenuta, provvedendo a delegiferare. Sarebbe più serie e non metterebbe le associazioni nelle condizioni di dovere spiegare perché non si possono fare interventi in direzione dei giovani (coloni, campeggi, borse di studio) o degli anziani (turismo sociale), oppure dei siciliani che rientrano e vogliono costruirsi o acquistare la prima casa, che non si ritiene necessario fare corsi di lingua per i figli di siciliani che rientrano dall’estero o di quelli degli immigrati, per aiutarli ad inserirsi nell’ordinamento scolastico italiano. Si dica, infine, che cosa realmente è per la Regione l’emigrazione e l’immigrazione. Se è ancora un settore dove investire anche per avere delle interessantissime ricadute sia culturali che economiche o se invece, è solo un qualche cosa un tema di discussione, di cui ne parliamo per convenzione e non per convinzione, da liquidare, insomma. Salvatore Augello