(Salvatore Augello) - Si dice, secondo le affermazioni di Lombardo, che il nuovo governo nascerà subito, anzi due deleghe sono già state riconfermate. Si tratta di quella alla salute dove è stato riconfermato Massimo Russo e quella alla presidenza, dove è stato confermato Ilarda. L’operazione dimissioni, intanto, non è passata indolore, non tutti gli assessori in carica hanno aderito alla proposta del Presidente,

che in questo modo si è visto costretto a dimettere d’ufficio assessori come Francesco Scoma, Assessore alle autonomi e Locali ed alla famiglia (PDL-FI), Carmelo Incardona Assessore al Lavoro PDL-AN), Pippo Gianni Assessore all’Industria (UDC), Antonello Antinoro Ase3ssore ai Beni Culturali (UDC), Giovanni La Via (tecnico in quota MPA). Ma la causa è davvero la insanabile frattura all’interno della coalizione di maggioranza o c’è altro? Si tratta solo di una risposta forte di Raffaele Lombardo a Berlusconi che non ha rispettato gli impegni assunti, come dice lo stesso Lombardo in una intervista rilasciata ovggi a Repubblica, o si tratta di una causa meno nobile? Già, perché pare che i due abbiano firmato un accordo secondo il quale il cavaliere si impegnava colmare la distanza tra Nord e Sud, impegno fino ad ora non rispettato. Sarebbe una causa nobile, se non fosse strumentale in vista della prossima scadenza elettorale delle elezioni europee, dove Lombardo, che è stato costretto ad allearsi con Storace, ha la necessità di supoerare il 4% per essere ammesso come MP al Parlamento Europeo. Questo non significa che i problemi all’interno della maggioranza non ci siano, ci sono e come, e non sono nemmeno di ora, ma da quando si è rotta la vecchia amicizia tra Lambardo e Cuffaro, che ora suggerisce all’ex amico di fare un passo indietro e di tornare alle urne più tosto che fare un governo pasticciato che vedrebbe dentro ai il PD. Ci sono nella fibrillazione continua all’interno del PDL, nello specifico FI, che ha mosso attacchi pesanti al Governo, infine ci sono fin da quando ilo Cavaliere, ha sbilanciato la politica del suo governo tutta rivolta al Nord ed alla salvaguardia della sua persona, basta pensare alla vicenda dei fondi FAS, che ancora non trova soluzioni, o alla vicenda Siremar, società in passivo che si vuole cedere alla Sicilia e3 che sta curando il collegamento con le isole minori, o alla vicenda piano delle ferrovie, ceh vedono la Sicilia ultima rispetto a tutte le altre regioni dì’Italia, con continua progressiva riduzione delle tratte ferroviarie, qusto per citare solo alcuni esempi. Ma oggi, la rivoluzione è dettata da motivi molto meno nobili, che sono quelli elettorali, nel tentativo di imitare la politica bossiana e di dirottare il voto siciliano sui candidati dell’MPA, in modo da pèotere superare questa benedetta soglia del 4% a livelo0 nazionale. Solo che i siciliani non sono certo stupidi e capiscono che sia l’attuale posizione, sia la minaccia di un governo anomalo di “salvezza nazionale” sono solo strrumenali e che Lombardo non si muove di un solo centimetro al centro destra, a cui garantisce fedeltà a Roma e “guerra” in Sicilia. Che succederà dopo il 7 giugno? Quale sarà la coalizione vincente che assumerà il governo della Regione? Resterà in piedi l’attuale rivoluzione o rientrerà tutto, magari con un aggiustamento, che permetterà in questo modo al PDL di metter e in atto una rotazione tra i suoi uomini, raggiungendo quell’equilibrio interno che al momento non sembra esserci? Manca poco per sapere come finirà, subito dopo il 7 giugno e la ufficializzazione dei risultati elettorali, che potrebbe anche mettere fine alla diaspora che sta investendo l’UDC, specialmente quello ragusano, dopo la vicenda di Peppe Drago