“Il contratto di servizio con Trenitalia per trasferire alla Sicilia la gestione del trasporto ferroviario regionale è già pronto e concordato nella sua ossatura fondamentale. L'obiettivo del governo regionale è siglare l'accordo in tempi brevissimi”. Lo dice il vicepresidente della Regione siciliana e assessore ai Trasporti, Titti Bufardeci.

Su questo tema i sindacati di categoria avevano lanciato ieri un allarme, sostenendo che “se entro il mese di giugno la Regione non firmerà il contratto di servizio con le Ferrovie, dovremo rinunciare al 10% dei 462 treni attualmente in circolazione, che risultano già insufficienti”. Per Bufardeci, “ora tocca al Ministero stabilire l'entità delle risorse da assegnare alla Regione siciliana per il trasferimento delle competenze. La soglia essenziale per mantenere il livello dei servizi è stimata dal dipartimento in 150 milioni di euro l'anno. Con queste risorse saremmo in grado anche di accantonare le quote di ammortamento annuo per definire i necessari investimenti in autofinanziamento per un parziale rinnovo del materiale rotabile”. “Sono risorse che toccano alla Sicilia – spiega il vicepresidente – per la qualità e la quantità dei servizi che dobbiamo garantire ma anche per la salvaguardia del livello occupazionale. Nel contratto di servizio sono state inserite norme in favore dell'occupazione locale, e per l'indotto, attraverso la previsione di riserve di lavorazione, nell'ambito di quanto consentito dalle norme sugli appalti a livello europeo”. I nodi da risolvere nel settore ferroviario siciliano non riguardano esclusivamente la stipula del contratto di servizio. “Con il ministro Matteoli dobbiamo affrontare le questioni del traffico merci su rotaia, dei collegamenti ferroviari a lunga percorrenza, sino alla necessità di garantire un efficace sistema di continuità territoriale tra Messina e Villa San Giovanni. Sono tutte questione connesse allo sviluppo economico e sociale della Sicilia. Chiediamo perciò, che ogni decisione venga presa con l'obiettivo di dare alla Sicilia la possibilità di usufruire degli stessi livelli di servizio offerti nelle altre regioni: per queste motivi il governo nazionale deve tenere conto dei costi aggiuntivi che derivano dalla nostra configurazione geografica insulare”. (Piero Messina)