“La verità è che l’eolico ha aggredito il paesaggio europeo in modo clandestino. L’energia c’entra poco o nulla, perché si può produrre con altri metodi altrettanto puliti, a cominciare dal sole. Il problema è che dietro l’eolico c’è una potente lobby finanziaria. Ed è nostro dovere, è un dovere degli uomini liberi smontare questa lobby”.

Lo ha affermato l’ex presidente della Repubblica francese, Valéry Giscard d’Estaing intervenendo stamattina, a Palermo, nei saloni di villa Malfitano, al convegno dal tema: ‘Il paesaggio sotto attacco. La questione eolica’. “Il convegno di oggi è molto importante - ha detto l’ex presidente francese - e mi fa piacere essere oggi in Sicilia, terra alla quale sono molto legato, perché un mio avo di origini normanne si trasferì proprio in quest’isola. Il problema dell’eolico riguarda tutta l’Europa. Ciò che oggi serve è l’informazione. In Francia un’alta percentuale di cittadini è favorevole all’eolico. Perché è un’energia pulita. In realtà, non crea ricchezza, non crea posti di lavoro, deturpa il paesaggio e lascia sul territorio tanto cemento. Ricordiamoci che è il sole che riscalda il cuore degli uomini. Il nostro futuro è nell’energia solare”. “Con il convegno di oggi, a Palermo - ha detto il presidente di Italia Nostra, Carlo Ripa di Meana - finisce l’isolamento di chi, da anni, si batte contro gli scempi provocati dalle pale eoliche. Dobbiamo dire basta alla distruzione del paesaggio. E il discorso vale anche per le pale eoliche off shore. Hanno fatto bene quei Comuni siciliani che si sono opposti alla realizzazione di centrali eoliche in mezzo al mare. Si tratterebbe di altri disastri ambientali”. Di “equivoco tecnologico” ha parlato Carlo Alberto Pinelli, presidente onorario di Mountain Wilderness Italia. “Il rischio - ha detto - è che interi paesaggi collinari del nostro Paese vengano travolti dalle pale eoliche. Il tutto all’insegna di una scandalosa sproporzione tra costi e benefici. Si distruggerebbe il paesaggio, con la perdita dell’identità culturale di luoghi e persone, per avere in cambio poca energia che potrebbe essere prodotta con altri metodi”. Rosa Filippini, presidente degli Amici della Terra, si è soffermata sulla diseconomicità degli impianti eolici. “Un tipico parco eolico da 10 MW – ha spiegato – richiede 10 torri e 20 ettari di superficie, a fronte di una centrale a gas da 400 MW che occupa circa 5 ettari di superficie. Per generare con l’eolico la stessa quantità di energia elettrica della centrale a gas (3 milioni 20 mila MW all’anno) occorrerebbero mille e 770 torri da 1 MW l’una, occupando circa 3 mila e 500 ettari di superficie”. Se in Europa si dovesse utilizzare tutto il potenziale teorico del’eolico, ha sottolineato Rosa Filippini, l’impatto sarebbe devastante. Solo in Italia le torri da installare sarebbero 12 mila, con un impegno di 24 mila ettari di superficie “tra le più suggestive del Paese”. Si tratterebbe, ha precisato la presidente degli Amici della Terra, di “una superficie pari a 240 chilometri quadrati, pari a 32 mila campi di calcio. Prendere atto delle dimensioni di questa impresa dovrebbe aiutare a percepire anche l’eventuale impatto estetico e paesaggistico con maggiore obiettività”. Il critico d’arte e sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, ha ricordato gli anni in cui Priolo e Noto si contendevano il mega stabilimento chimico. “Quando si decise di realizzarlo a Priolo - ha affermato - Priolo sembrava aver vinto, mentre Noto aveva perso. A distanza di anni sappiamo che a perdere è stata Priolo, alle prese con l’inquinamento. Mentre Noto ha salvato la meravigliosa riserve naturale di Vendicari dovre avrebbe dovuto vedere la luce lo stabilimento chimico”. Sgarbi è tornato a parlare di “mafia degli impianti eolici e ha lanciato un appello al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché faccia rispettare l’articolo 9 della Costituzione che prevede, appunto, “la tutela del paesaggio”. Al convegno sono interventuti, tra gli altri, Jean-luis Butrè, del Windfarm-Epaw, Fabio Granata, parlamentare nazionale del Pdl e vice presidente della commissione Antimafia, Stefano Masini, responsabile delle politiche ambientali della Coldiretti nazionale. I lavori prosegueno domani.