“Il nostro sistema ferroviario è antiquato, obsoleto e soprattutto non è in alcun modo compatibile con lo sviluppo della Sicilia. Nei prossimi giorni, insieme alla Rfi, discuteremo di come porre rimedio a questo gap. Non possiamo accettare progetti faraonici che puntano a massimizzare la spesa, ma non danno alcuna certezza sui tempi di realizzazione. Dobbiamo pensare a un miglioramento graduale del sistema, con risultati concreti in tempi brevi. E’ assurdo che un treno impieghi cinque ore per collegare Palermo e Catania”. Lo dice il vicepresidente della Regione siciliana e assessore ai trasporti, Titti Bufardeci, che oggi pomeriggio ha preso parte al convegno, organizzato dalla Fondazione Sabir, sul progetto di “dorsale ferroviaria”. Il convegno ha messo a confronto due ipotesi progettuali. Da un lato, il programma di Rfi che mira a realizzare un tunnel di oltre 40 chilometri lungo la catena dei Nebrodi, dal costo di oltre 4 miliardi di euro. Di tenore opposto, il piano presentato dal professore Francesco Russo, docente dell’Università di Reggio Calabria, che propone interventi graduali, dalla riqualificazione dei binari, sino alla creazione di una dorsale ferroviaria in grado di unire Palermo e Catania in poco più di 100 minuti. Con un primo intervento di riqualificazione del binario (20 milioni di euro di investimento e 2 anni per la realizzazione), il tempo di percorrenza tra Palermo e Catania si ridurrebbe già a 2 ore e 40 minuti. Per Bufardeci, quindi, “la dorsale ferroviaria è realizzabile, e il suo costo può essere coperto quasi per intero dai fondi dell’Apq sul trasporto ferroviario regionale. Il ruolo di Rfi deve essere quello di esecutore progettuale, ma le scelte strategiche sono nostre. La dorsale ferroviaria è un progetto concreto che ha il sostegno del governo regionale”. ( Piero Messina)