“Le Regioni a Statuto speciale – ha spiegato l’assessore al Bilancio della Regione Siciliana Michele Cimino (nella foto accatnto), anche a nome di tutte le altre speciali, nel corso dei lavori di oggi della Conferenza delle Regioni – esprimono perplessità sul testo approvato dal Senato in materia di Federalismo fiscale. Il testo originale, infatti, ha subito alcune integrazioni emendative che collidono con le nostre competenze statutarie.”

 E’ il caso del comma 1 dell’art. 25 che chiama le “speciali” a concorrere al “patto di convergenza di cui all’art. 17” e all’osservanza del “principio del superamento del criterio della spesa storica”. La Regione Siciliana evidenzia che le previsioni dell’art. 17 si pongono in modo limitativo dell’autonomia finanziaria, sia contabile che gestionale, delle Regioni a statuto speciale e che l’adozione di norme di coordinamento dinamico della finanza pubblica è in contrasto con le attribuzioni statutariamente fissate per i relativi impianti finanziari. “ Il testo approvato in Senato - ha continuato l’Assessore - prevede tra l’altro la duplicazione di competenze assegnate a organismi già esistenti come la Commissione paritetica Stato – Regione Siciliana. Ritengo anche che vadano cassate le previsioni dell’art. 21 che, in materia di perequazione infrastrutturale, crea un organismo che sarebbe un duplicato del Cipe. Quest’ultimo è presieduto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il nuovo soggetto sarebbe, invece, sotto il controllo del Ministro dell’Economia Tremonti.” I rilievi della Regione Siciliana riguardano anche quanto previsto dall’art. 77: la creazione della tesoreria unica delle aziende sanitarie. A tal proposito si rileva come le risorse, nella disponibilità delle ASL al 31 dicembre 2008, non siano, per la Regione Siciliana, da trasferire allo Stato. All’ordine del giorno della Conferenza delle Regioni c’era anche l’esame delle proposte governative per gli ammortizzatori sociali. A seguire questi lavori per la Regione Siciliana è stato l’Assessore al Lavoro Carmelo Incardona, che ha sottolineato come “ siano ancora molti i nodi che Governo e Regioni dovranno sciogliere, a partire dalle percentuali dei fondi del FSE che il Governo vuole prelevare a favore degli ammortizzatori sociali”. “Sono ancora da specificare – continua Incardona – gli ambiti di intervento e quale sia la platea di lavoratori a cui applicare i provvedimenti. Se al Nord, infatti, il settore in difficoltà è prevalentemente quello industriale, in Sicilia non possiamo ignorare categorie come quelle legate alla pesca e all’agricoltura. La Sicilia non può partecipare ad una solidarietà che non tiene conto dei lavoratori siciliani, del proprio tessuto sociale ed economico. La Regione, dopo l’eventuale assenso della Commissione Europea, non potrà che tutelare i propri lavoratori”. (Luigi Sarullo)