Una nuova normativa per bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di infiltrazione della criminalità organizzata nei ranghi delle pubbliche amministrazioni regionali. Dovrà elaborarla una commissione di esperti voluta dall’assessore alla Presidenza, Giovanni Ilarda, che si è insediata oggi. “La commissione ha il compito - dice Ilarda - di redigere un corpus organico di norme stringenti, che impediscano qualsiasi forma di infiltrazione della criminalità nella Pubblica amministrazione,

mettendo al riparo l'azione amministrativa da pericolose interferenze: un vero codice antimafia delle pubbliche amministrazioni regionali, dei comuni e delle province”. La commissione, presieduta dall’ex procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna, è composta da Francesco Castaldi, avvocato generale della Regione Siciliana; Gaetano Lo Cicero, direttore generale del Comune di Palermo, Andrea Piraino, ordinario diritto degli enti locali dell’Università di Palermo e segretario generale dell’ANCI Sicilia; Ernesto Savona, professore di criminologia dell’Università Cattolica di Milano; Gaetano Armao, docente di diritto amministrativo dell’Università di Palermo; Giovanni Fiandaca, ordinario di diritto penale dell’Università di Palermo e da Mario Centorrino, ordinario di politica economica dell’Università di Messina. “La riforma del sistema normativo regionale per renderlo impermeabile alle attività di una criminalità organizzata sempre più aggressiva ed attrezzata, anche giuridicamente, perché sempre più guidata da quelli che vengono definiti colletti bianchi - aggiunge Ilarda - è necessaria per fronteggiare proprio i pericoli derivanti dalla crescita di livello dell’attacco alle istituzioni. La criminalità si organizza e studia le normative per insinuarsi nelle pieghe anche delle leggi redatte con le migliori intenzioni da parte del legislatore. Occorre, dunque, intervenire utilizzando le esperienze maturate e cercando di individuare i punti di debolezza del sistema per chiudere la porta in faccia ad ogni forma di infiltrazione” L’idea di un codice della pubblica amministrazione era stata lanciata dall’assessore Ilarda nel corso di un dibattito universitario sul tema dell’autotutela delle imprese. “ La nostra iniziativa vuole andare oltre il semplice codice etico che di per se è una pregevole iniziativa che va tanto più apprezzata perché viene da privati intenzionati a concorrere alla crescita civile della società. La Regione come istituzione deve, però, fare di più ed elaborare provvedimenti normativi ad hoc”. “Ciò che per imprese private costituisce un impegno liberamente assunto - continua Ilarda -deve rappresentare per quanti sono addetti alla governance della cosa pubblica un obbligo giuridico cogente” “Occorre una verifica di carattere preventivo sui circuiti di interazione fra pubblica amministrazione e imprese e sui modelli organizzativi e operativi della stessa pubblica amministrazione, occorre perfezionare la normativa esistente sui controlli, sulle certificazioni e sulle autocertificazioni che possono e devono essere richieste”. Il 30 gennaio scorso, nel suo intervento in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario il Procuratore generale della Cassazione ha evidenziato il danno per l’economia del Paese derivante dalla distorsione del mercato indotta dalla criminalità organizzata. “E' assolutamente indispensabile, quindi - aggiunge Ilarda - che politici, amministratori, cittadini e imprenditori siciliani siano tutti sempre ben consapevoli che la mafia disincentiva gli investimenti e ostacola nuove iniziative imprenditoriali; che tengano sempre presente che meno impresa significa meno posti di lavoro e minore reddito per le famiglie, con conseguente contrazione dei consumi e mancanza di ossigeno per l'economia. La mafia - conclude Ilarda - è la prima e più pesante piaga della nostra terra. Combatterla significa liberare la Sicilia dalla palla che porta al piede e impedisce lo sviluppo. E la Regione è l'istituzione che più di ogni altra ha il dovere di contrastare con ogni mezzo chi affama i siciliani”.