Governo regionale e Confindustria Sicilia vogliono che le imprese riescano ad annullare il gap che attualmente le vede in sofferenza, specie alla voce dei ritardati pagamenti. E per far questo l’assessore al Bilancio e Finanze, Michele Cimino, con il ragioniere generale Vincenzo Emanuele, hanno incontrato il vicepresidente degli industriali siciliani, Giuseppe Catanzaro, accompagnato dal direttore generale Giovanni Catalano. E’ stata esaminata nei particolari la situazione in atto che ha visto le imprese siciliane lanciare in questi giorni un preoccupante allarme su vari fronti: dalla liquidità economica alla lentezza della burocrazia, dalla difficoltà a colloquiare con le banche ai rapporti economico-finanziari con gli enti locali. Catanzaro ha illustrato le diverse difficoltà che deve affrontare un’impresa nella realtà siciliana per potere stare sul mercato, un mercato che spesso non dà certezze d’incasso per cui gli effetti poi si riflettono negativamente sull’occupazione. Cimino e Catanzaro hanno convenuto che la sinergia tra la politica e l’imprenditoria debba essere costante per eliminare le problematiche esistenti. Scambi di informazioni, interventi mirati, solleciti alle amministrazioni inadempienti, sono un percorso da seguire per giungere al risultato di ridare ossigeno agli imprenditori. Fare dialogare le banche con le imprese sarà la strada da perseguire prioritariamente. Anche legiferando con interventi mirati per consentire di offrire liquidità e ricorrendo, se il caso, a strutture finanziarie internazionali. Cimino si è impegnato a velocizzare il disegno di legge <>, attualmente all’esame della Commissione Bilancio, alla quale sarà chiesto di applicare una linea prioritaria per essere discusso quantoprima a Sala d’Ercole. L’assessore ha anticipato la notizia che alla prossima giunta di governo presenterà il documento per la ripartizione dei fondi strutturali tra le varie linee d’intervento. Ai Comuni sarà data la possibilità di valorizzare i beni immobili sia per creare occupazione che per far fronte ai debiti con le imprese che oggi spesso anticipano denaro pur di non sospendere servizi essenziali. In linea con la finanziaria nazionale si potrebbero creare le cosiddette Unità di crisi provinciali per valorizzare occasioni imprenditoriali territoriali che creino occupazione. Queste alcune linee emerse dalla riunione, una riunione che Cimino vuole cadenzare per rimuovere lacci e lacciuoli sia della macchina regionale che in quelle soprattutto degli enti locali e del mondo creditizio. (Giancarlo Felice)