Stress, insicurezza, gastriti e problemi cardiocirolatori sono tutti effetti derivati da una condizione lavorativa instabile. Il lavoro nobilita l’uomo, ma può anche ucciderlo!

Cara Amministrazione Messinese, Caro Sindaco, Sembra ovvio a tutti, ma forse non abbastanza, che subire il precariato nel mondo del lavoro e non sceglierlo come stile di vita, è un fatto stressante. . .

 Cosi come è ovvio che lo stress è il biglietto da visita di tante malattie. A dare taglio scientifico a questa ovvietà, ci ha pensato l’Osha, l’agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro che non si è fermata appunto ai dati di buon senso ma ha ricercato e analizzato il nesso tra precarietà sul lavoro e malattia.Il quadro è sconfortante e anche angosciante: il lavoratore precario è un lavoratore con minori sicurezze di integrità fisica sul posto di lavoro ed è anche quello che spende meno per cure e prevenzione. Stress, insicurezza, gastriti e problemi cardiocirolatori sono tutti effetti derivati da una condizione lavorativa instabile. A fare il check-up delle condizioni del lavoratore atipico è uno studio dell'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro che evidenzia l'insorgere di vari rischi legati alle nuove forme di organizzazione del lavoro. A pronunciarsi sul malessere dei lavoratori atipici sono esperti europei e statunitensi e professionisti dell'Agenzia per il lavoro dell'Onu, per i quali elementi critici sono diversi: occupazioni più rischiose, condizioni di lavoro più scarse e scarsa formazione su salute e sicurezza. Inoltre, la sequenza spesso convulsa e scostante di contratti a breve termine aumenta la sensazione di insicurezza e marginalità. Quindi, a confronto con coloro che sono impiegati in un lavoro stabile, i lavoratori precari risultano maggiormente vulnerabili. Molto più deboli. E non solo per quel che riguarda contributi, indennità, stipendi. Oltre al precariato, anche l'invecchiamento dei lavoratori, l'intensificazione del lavoro, i carichi emozionali eccessivi (a cominciare dalle molestie), e un cattivo bilanciamento tra vita famigliare e professionale concorrono ad aumentare i danni alla salute derivanti dal lavoro. Questi sono tutti fattori legati alla nuova strutturazione dell'occupazione. Ad esempio, i carichi di lavoro aumentano perché ci sono meno lavoratori per una quantità di lavoro in aumento. Questo ha conseguenze negative documentate: le statistiche europee indicano che oltre metà degli occupati afferma di lavorare ad alte velocità e pressione per tre quarti del tempo, con un trend che è addirittura in aumento. Lo stesso legame tra nuovi rischi per i lavoratori (soprattutto di stress eccessivo e l'emergere conseguente di malattie psicosomatiche) e nuovi equilibri economici e organizzativi si riscontra anche nella maggiore competitività sul luogo di lavoro (che può portare a bullismo e molestie) e sullo scarso equilibrio tra vita privata e famigliare e vita professionale, con una forte crescita di stress emozionale. Anche l'invecchiamento complessivo della forza lavoro è legato ai mutamenti macroeconomici e dell'organizzazione del lavoro, ma le conseguenze in questo caso non sono tanto psicologiche quanto più fisiche. (Gaetano Giordano*)

* rappresentante articolisti comune di Messina