Premessa Oggi credo che non si possa iniziare la mia relazione senza ringraziare l'ANFE per l'opportunità concessami nonché tutte le associazioni che noi addetti ai lavori definiamo le 'quelle dell'art.9'. Mi riferisco oltre appunto ai padroni di casa all'AITAE, all' CRASES, al SERES, all'USEF a SICILIA MONDO, ai SIRACUSANI nel MONDO, al COES, ISTITUTO SANTI

 (ed a tutti i patronati che in Sicilia continuano ad operare nel settore) e che in Sicilia costituiscono il nucleo delle 'Associazioni Storiche. Il ringraziamento è necessario perchè da almeno un quarantennio questi enti hanno svolto nei confronti delle comunità siciliane all'estero un lavoro di mantenimento e di rafforzamento della sicilianità senza il quale oggi avremo perso un bagaglio di esperienze, di notizie, di conoscenze di inestimabile valore che probabilmente l'Amministrazione Regionale non sarebbe stata in grado di mantenere. Il contesto normativo e la neccessità di una nuova Legge Come gli addetti ai lavori sanno tutte le norme che regolano l'emigrazione siciliana sono contenute nella Legge Regionale 55/80 modificata dalla Legge Regionale 38/84 (nonchè da piccoli aggiustamenti successivi) coordinate in un testo unico pubblicato il lontano 19 gennaio del 1985 . Il punto di partenza della nostra discussione è senza dubbio l'art.1 del Testo Unico che testualmente recita: 'La Regione, nell'ambito delle proprie competenze e nel quadro della politica sociale, nazionale e comunitaria, nonché della politica di programmazione e di massima occupazione, promuove la tutela morale, l'assistenza morale e l'elevazione sociale dei lavoratori siciliani emigrati, dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie'. Si tratta di una norma di carattere generale per la quale la Regione è per legge titolare dei rapporti con i siciliani emigrati e con le loro famiglie e questo non credo possa essere un dato contestabile. All'interno di questa norma di carattere generale deve definirsi anche il rapporto tra Ente Pubblico e l'associazionismo 'storico' che trova appunto un pieno riconoscimento nell'art.9 del Testo Unico. Per tale norma 'L'Assessore regionale per il lavoro, la previdenza sociale, la formazione professionale e l'emigrazione è autorizzato a concedere contributi alle associazioni ed organizzazioni operanti nella Regione in favore degli emigrati da almeno tre anni alla data di entrata in vigore della legge regionale 3 giugno 1975, n. 25, aderenti ad associazioni ed organizzazioni a carattere nazionale presenti all'estero e riconosciute dal Ministero degli affari esteri, nonchè agli enti e patronati legalmente riconosciuti che istituzionalmente si occupano di emigrazione'. Agli enti dei quali trattiamo viene pertanto riconosciuta una forma di tutela per il merito di avere ben operato nel settore sostituendosi di fatto all'Amministrazione Regionale nella cura dei rapporti con le comunità siciliane all'estero. Si tratta in realtà di una norma che oggi potrebbe perlomeno essere accusata di inattualità Mi riferisco non solo alla doppia retroattività della stessa (si riconosce un diritto ad enti costituiti tre anni prima non della norma approvata ma bensì di una norma pubblicata 10 anni prima della entrata in vigore del Testo Unico). Ma anche ai nuovi principi generali formulati dalla Unione Europea che mirano alla massima apertura dei sistemi relativi ad ogni settore di attività. Comunque l'art.9 è una norma vigente e che quindi viene regolarmente applicata così com'è dall'Amministrazione Regionale Il fatto poi, che il legislatore abbia riconosciuto ad un numero chiuso di associazioni (ed alle sedi regionali dei patronati) un particolare regime (che si concretizza nel diritto ad ricevere un finanziamento per il loro funzionamento) non significa che si sia voluto limitare il partenariato dell'Amministrazione nella realizzazione delle sue attività in favore degli emigrati. Mi riferisco in particolare a quelle norme che prevedono i finanziamenti per la realizzazione delle attività all'estero, e per fare un esempio concreto, all'art.24 bis del Testo Unico che prevede che ' L'Assessore regionale per il lavoro, la previdenza sociale, la formazione professionale e l'emigrazione è autorizzato, anche in concorso con altre amministrazioni pubbliche, con le associazioni ed i patronati di cui all'art. 10 della presente legge (art.9 del Testo Unico..) e con enti ed organismi operanti nel settore dell'emigrazione e previa intesa di massima con il Ministero degli affari esteri, ad organizzare attività culturali a favore degli emigrati siciliani e loro famiglie all'estero e degli immigrati in Sicilia e delle loro famiglie. Volevo soffermarmi particolarmente su questa norma che è spesso fonte di contestazioni nell'attività programmatoria dell'Assessorato. Infatti è evidente come il legislatore non abbia concesso nessun monopolio alle associazioni storiche ma ha che apre anche agli altri 'enti ed organismi operanti nel settore dell'emigrazione' sia pubblici che privati. Tra l'altro che questa norma non possa avere che questa interpretazione è confermato da tutto l'impianto normativo del Testo Unico, infatti ogni volta l'attività viene riservata agli 'enti storici' viene espressamente stauito. L'esempio è quello del comma quarto dell'art.2 del Testo Unico in materia di costituzione della Consulta Regionale dell'Emigrazione nel quale un diritto viene espressamente riconosciuto (L'assessore sentite le associazioni ed i patronati di cui all'art,9...) L'apertura al 'nuovo associazionismo' è stato via via via avvallato non solo dagli organi di controllo interno della Amministrazione (la Ragioneria Centrale), ma anche dalla stessa Corte dei Conti anche in fase di controllo successivo degli atti ed è pertanto oggi da considerare come pienamente legittimo. Credo quindi che ormai il sistema 'aperto' non possa essere più contestato dal punto di vista della legittimità ma esclusivamente dal punto di vista 'politico'. Altra cosa è il controllo qualitativo delle realtà associative e/o federative che nel tempo sono sorte e che continuano a sorgere al di fuori dell'associazionismo storico. Mi rendo perfettamente conto che la cosa desta perplessità e preoccupazioni ma credo che sia un segnale di vitalità dell'associazionismo all'estero che l'Amministrazione non può ignorare ma che merita la massima attenzione da parte dell'istituzione pubblica. Credo che la creazione di un albo dell'associazionismo cui dovrebbero accedere senza dubbio le associazioni ed i patronati 'storici', cui dovrebbero accedere enti ed organismi operanti nel settore (come recita il Testo Unico) (forniti di idonei requisiti) e cui dovrebbero accedere le realtà associative operanti all'estero sia ormai improcrastinabile. Nessuno certo potrà privare l'Amministrazione Regionale di operare per creare una propria rete di contatti all'estero non filtrati dall'associazionismo locale considerato che ad oggi l'Assessorato non è stato mai in grado di creare contatti diretti con le comunità all'estero. Volevo raccontarVi un piccolo aneddoto. Il giorno 14 ottobre 2008 il mio ufficio ha avuto la fortuna di ospitare una delegazione in rappresentanza dell'Unione Siciliana del Paraguay una associazione di Siciliani che l'Ufficio ha contattato via Internet e che non ha mai ricevuto alcuna collaborazione dalle associazioni di cui all'art.9 (le associazioni storiche..). Invito tutti a visitarne il sito ed a leggere la storia della presenza siciliana in Paraguay per renderVi conto che senza un intervento diretto dell'Amministrazione Regionale questa realtà sarebbe rimasta sepolta perchè non rientrante nel sistema di adesioni alle associazioni storiche. Tra l'altro l'Ufficio non potendo offrire aiuti concreti ha stipulato in rappresentanza del Dipartimento Lavoro un protocollo d'intesa con questa associazione con l'intento dare nuovi impulsi alle attività che l'Assessorato andrà a programmare. La stipula di questa forma di accordi, che è continuata con altre organizzazioni argentine e che continuerà con tutte quelle realtà associative che lo richiederanno in tutto il mondo mira soprattutto a validare le attività di censimento delle associazioni all'estero già realizzate con progetti come ITENETS nonché a dare all'estero un segno che l'Amministrazione esiste e che tra mille difficoltà mira a rafforzare i contatti diretti con le comunità presenti all'estero. C'è anche da puntualizzare di come l'attività di valorizzazione e di promozione della cultura siciliana non è mai stata orientata al valore dei progetti presentati ogni anno ma si è limitata ad una semplice logica ripartitoria tra i soggetti richiedenti. Soltanto da quest'anno e grazie all'Assessore On.le Carmelo Incardona, l'Amministrazione è intervenuta direttamente nei progetti da realizzarsi all'estero imponendo la trattazione di temi specifici quali: il recupero della memoria, l'imprenditoria siciliana come vetrina per i prodotti dell'Isola e la legalità come fattore di sviluppo. Si tratta solo di un primo tentativo per cercare di omogeneizzare le attività che la Regione promuove all'estero. La pochezza delle risorse disponibili rende oggi tutto il sistema non più sostenibile e credo proprio che senza una riforma sostanziale si rischia la rapida estinzione. Ancora di salvezza potrebbe essere nell'immediato l'utilizzazione di una piccola parte delle risorse del Programma Operativo 2007/2013, ipotesi per la quale si sta già lavorando. Conclusioni L'attuale Legge sull'emigrazione difficilmente può essere considerata uno strumento valido per il rilancio dell'associazionismo (ed anche per il semplice mantenimento dello status quo) lo potrebbe solo con risorse ben più maggiori di quelle disponibili e con una sostanziale ridefinizione del rapporto tra Regione ed Associazionismo. Relativamente poi ad una nuova Legge credo che la stessa contenere degli elementi che consentano: 1) Il miglioramento ed il rafforzamento del rapporto associazioni storiche con la Regione per valorizzare al massimo il bagaglio di esperienze e conoscenza del settore che le prime hanno accumulato in circa un cinquantennio di attività nel settore e che merita l’assoluto apprezzamento da parte dell’ente pubblico; 2) L’istituzionalizzazione dei rapporti regione-associazioni costituite all’estero finora pressocchè inesistente; 3) La creazione di un albo dell’associazionismo di settore costituito da una sezione ‘Sicilia’ e di una sezione ‘estero’; 4) La creazione di un sistema che preveda il finanziamento dei progetti destinati alle comunità all’estero per il loro contenuto anzichè per soggetto attuatore; Pio Guida Dirigente del Servizio Emigrazione Regione SicilianaÂ