(SA) - Non è la prima volta, che la sinistra in Sicilia e non solo si trova in grande imbarazzo quando si tratta di scegliere un candidato, nel caso nostro, per le elezioni regionali. Spesso per l’indecisione interna, si è trovata ad andare a rimorchio di altri che hanno scelto il candidato di area della sinistra, imponendolo ad un partito ancora perso nelle discussioni.

E’ stato cosi con Crocetta ad esempio, proposto dall’UDC , se la memoria non mi inganna, si presentò con la sua lista “Crocetta presidente”, alle elezioni del presidente della regione, riuscì a portare a Sala d’Ercole cinque deputati. Subito dopo, decise di trasformare la sua lista in partito autonomo dal PD. Fu così, che la lista “Crocetta presidente”, divenne “il Megafono – lista Crocetta”. Una presidenza portata avanti in assenza di maggioranza, chce a mio avviso non fece bene alla sinistra. Oggi ci risiamo, il PD è alla ricerca di un candidato da proporre alle prossime elezioni regionali. Un evento, attorno al quale è già scattato il toto candidato. Musumeci si prepara a fare il bis per il centro destra, che a giorni alterni lo sostiene, pare in maniera unitaria e che comunque è pronto anche a presentarsi da solo. Claudio Fava, Cento Passi, come la volta scorsa, propone la sua candidatura nella speranza di riunire l’area del centro sinistra, mentre il PD si pone l’eterno dilemma: un candidato prerso dalla società civile o un candidato preso dall’interno del partito? Dall’aria così detta “società civile”, si fanno i nomi dei due attuali deputati europei: Caterina Chinnici figlia del Giudice Chinnici ucciso dalla mafia al secondo mandato al parlamento europeo e Pietro Bartolo che viene presentato nella lista unitaria del centro sinistra - siamo europei in quota “Democrazia Solidale” Nulla da eccepire nei confronti delle due persone di cui si fa il nome, elementi integerrimi che hanno dato prova non solo di preparazione, ma anche di sensibilità politica e sociale, tanto da mobilitare anche un certo voto di opinione al di là degli steccati partitici. Ciò premesso, non abbiamo difficoltà ad affermare che secondo noi il nome da potere spendere per battere Musumeci è il terzo che vene fatto nella giostra del toto candidato: Giuseppe Provenzano. Uomo di partito che riscuote la fiducia di tutte le anime del PD e che esce anche fuori, per come si è comportato nel periodo che ebbe la carica di ministro per il Sud e la coesione territoriale, ma anche per come ha operato nei vari incarichi rivestiti nell’aria governativa sia in Sicilia che a Roma. Nel periodo in cui rivestì la carica di ministro, da conoscitore del territorio siciliano e specialmente di quello dell’interno della Sicilia da cui lui proviene, fece molto per il Sud, recuperando risorse economiche per il suo sviluppo, ideando e promuovendo le Zone Economiche Speciali (ZES). Meridionalista convinto, entra come ricercatore nello SVIMEZ, divenendone ben presto vice presidente. Molto vicino alle posizioni di Emanuele Macaluso, oggi riveste anche la carica di vice segretario nazionale del PD. Siamo convinti che seguendo una politica di rinnovamento e di apprezzamento per le forze giovani delle quali il PD dispone nel suo interno, oggi il candidato ideale per le elezioni siciliane e per battere Musumeci ed il centro destra, sia Giuseppe Provenzano, meridionalista, uomo di sinistra, figlio dell’abbandonata Sicilia centrale, ma soprattutto dirigente di quel PD che da tempo non riesce ad esprimere candidati che possano unificare tutta l’area del centro sinistra, senza ricorrere sempre a candidati esterni, che mortificano anche le potenzialità e le personalità di cui il PD dispone al suo interno. (Salvatore Augello 14 gennaio 2022)