*12 NOVENBRE 2021 GIORNATA IN MEMORIA DELLE VITTIME NELLE MINIERE

Il 12 novembre del 1881 nella miniera Gessolungo poco distante dalla città di Caltanissetta, si verificò uno scoppio di grisou che causò la morte di 65 persone. Le squadre di salvataggio ci misero 20 giorni prima di riuscire a recuperare solo 49 delle vittime.

Resti della minkiera Bosco San Cataldo

Diciannove di esse erano ragazzi di età compresa tra gli otto e i quattordici anni e nove di essi non vennero mai identificati. Per ricordare il triste evento, che non era il primo e che purtroppo non sarà nemmeno l’ultimo, anche per la miniera Gessolungo, come per tante altre miniere, i minatori hanno chiesto ed ottenuto di seppellire le povere vittime in un cimitero allestito sul posto, che ha preso il nome di “cimitero dei carusi”. Quel cimitero per molto tempi dimenticato, è stato riportato all’attenzione della popolazione e la regione, quest’anno ha voluto ricordare quella triste vicenda, instituendo in loro memoria ed in memoria di tutti i morti in miniera che sono parecchie centinaia, il 12 novembre “GIORNATA IN MEMORIA DELLE VITTIME NELLE MINIERE”. Anche Serradifalco, come tutti i paesi legati alla storia mineraria della Sicilia, ha pagato un ampio tributo in vite umane all’industria mineraria che per secoli è stata anche l’asse portante dell’economia locale oltre che fonte di dolore e di morte. Apaforte, Stincone, Mandriadimezzo, Bosco, Rabbione est ed ovest, Nadurello, Pampibello, Grottarossa, Marici, Dragaito, Racalmuto ed altri nomi, entrano con prepotenza nella storia del nostro comune, che oggi si fregia anche dell’appellativo di “Paese delle Miniere”. Noi, purtroppo, sembra non siamo fatti per ricordare la nostra storia, le sofferenze che ci hanno procurato le miniere, oltre al benessere economico, i morti che nel tempo hanno popolato il cimitero comunale, dove si possono incontrare tutti questi martiri del lavoro. Un cimitero come tanti, pieno di storie eroiche e meno eroiche, di morti violente e morti naturali, di pregiati esempi di generosità e di umanità, dei quali nessuno parla o forse nessuno nemmeno sa. Nessuno o solo pochi sanno che esiste ancora la vecchia strada di “matilivu” per tanti anni percorsa dai minatori che a piedi raggiungevano la miniera ed a piedi risalivano faticosamente verso le proprie case in paese. Pochi sanno cosa significa e quanta parte ha la “Figuredda” di Marici, malamente ristrutturata, dove recentemente l’associazione “Serra del Falco” ha attaccato al muro il lungo elenco dei figli di Serradifalco che sono morti in miniera. Un elenco che annovera 196 morti che stranamente comincia con un certo Nicosia Salvatore morto nel giugno del 1877 e termina con un altro morto molto più vicino ai nostri giorni: Edoardo Tabone che per pura coincidenza anche lui ha perso la vita nel mese di giugno, ma del 1985. Un lungo elenco lasciatoci dal Prof. Salvatore Galletti, dove parecchi sono i ragazzini che non raggiunsero nemmeno l’età dell’adolescenza. E’ vero, esiste in Via Cavaliere di Vittorio Veneto il monumento al minatore, meglio conosciuto con il nome della “Villetta”. Un’ opera dell’artista nisseno Oscar Carnicelli, ma non credo che sia adeguatamente valutato e tenuto in considerazione. Fino a qualche anno fa, in quel luogo veniva appoggiata una corona in memoria di quello che rappresenta, impegno di un comitato di cui si è persa la memoria “Comitato della storia e delle tradizioni di Serradifalco” con impegno e sensibilità presieduto dal perito minerario Nino Palermo. Dopo la sua morte, però, nessuno si è più occupato di questo nostro capitolo di storia, intriso di atti di eroismo, di strenue battaglie operaie che non si limitavano solo a reclamare un salario più alto, ma che imprimevano anche la linea politica all’intera regione. Battaglie aspre contro la mafia ed il fascismo, battaglie che per moltissimi sono state un esempio di solidarietà e di impegno politico. A queste persone, dovremmo rivolgere più attenzione, al loro eroismo, alla loro ostinazione, al loro impegno che pur nella tragedia, alla fine sono dei vincitori perché non si arresero mai e solo la morte riuscì a domare. Queste sono le persone che si vogliono ricordare il 12 novembre. Una data che deve farci riflettere su chi siamo e da dove veniamo, mentre piena di incertezze è la strada dove andiamo. Chiudo con una espressione di Nelson Mandela, "Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso". La domanda è: noi siamo vincitori o vinti?

(Salvatore Augello 15 novembre 2021)

*foto presa da internet