“Di fronte ad una crisi mondiale che gli analisti più attenti ritengono grave e di lunga durata il Sud rischia di pagare un conto più salato di altri, come i recenti dati Istat sulla povertà dimostrano”. Lo ha detto il presidente della Regione Raffaele Lombardo, intervenendo al dibattito “Un confronto sulle sfide del nuovo millennio“, svoltosi nell’ambito delle “Giornate dell’economia del mezzogiorno”. Proprio in riferimento al tema delle giornate dell’economia, che hanno come sottotitolo “economia e felicità”, il presidente ha commentato che “molto presto milioni di lavoratori dei paesi più poveri, Cina e India in testa, potranno godere di incrementi significativi di reddito e forse di miglior benessere, ma difficilmente potranno essere felici, dato il gap che li separa dalle regioni più sviluppate”. “Dobbiamo, purtroppo, scontare divari di sviluppo molto gravi rispetto ad altre zone del Paese - ha poi aggiunto - perché, mentre giustamente si riducono i tempi di percorrenza tra Milano e Bologna entro i cento minuti, tutto il sud viaggia a velocità nettamente inferiore. Questo è il sintomo più evidente del disinteresse che la questione meridionale assume presso tutta l’opinione pubblica. Noi, però, non abbiamo voce sufficiente per farci sentire e così si continua a fare polemica sui 140 milioni di euro dati a Catania, dimenticando le conseguenze che avrà la sottrazione delle quote dell’ICI ai nostri Comuni”. Lombardo è poi intervenuto sui criteri di spesa dei Fondi europei. “Sono soddisfatto - ha detto - del lavoro che intende avviare il nuovo dirigente della programmazione, Robert Leonardi, perché vuole indirizzare la spesa su iniziative di ampio respiro e di grande impatto, come l’alta velocità ferroviaria, cui anche la Sicilia, credo, abbia diritto”. “Allo sforzo per la modernizzazione e l’efficienza della pubblica amministrazione, cui abbiamo messo mano con grande decisione e inevitabili incomprensioni, deve affiancarsi il compito insostituibile della politica. Il meridione deve imparare a parlare una sola lingua, come fanno tutti gli amministratori del nord, di cui talvolta non si riconosce la diversa appartenenza partitica. Questo è il motivo per cui il federalismo è per noi una grande opportunità, se unito ad un reale confronto tra le forze in campo. La Lega è forte perché ha anche i numeri dalla sua parte; non possiamo dire lo stesso di noi.”. Il presidente ha lanciato una frecciata ai parlamentari nazionali eletti in Sicilia che non sanno difendere gli interessi del sud. “E’ giunto il momento di istituire un premio annuale denominato ASCARO D’ORO, da assegnare al politico siciliano che ha saputo meglio di altri schierarsi a difesa del proprio seggio romano, sempre e comunque.” (Francesco Inguanti)