Prima di tutto, La ringrazio per questo incontro, come mi permetto ringraziare il Segretario Generale del CGIE Michele Schiavone per il suo interessamento. La sua disponibilità ed il ruolo che è stato chiamato a svolgere all’interno della conferenza Stato Regioni

dove è stato chiamato a presiedere la Commissione Immigrazione ed Italiani all’Estero istituita il 17 settembre del 2015 rappresentano segnali positivi. Inoltre, Questo è sicuramente il riconoscimento del ruolo che da sempre la Sicilia ha nel campo dell’immigrazione per via degli sbarchi a Lampedusa (porta d’Europa), così come il ruolo nel campo dell’emigrazione. La Sicilia, infatti, è stata antesignana in questo campo, per via della prima legge del 1975 che fu un importante input per le altre regioni che a quella legge si riferirono per fare le loro leggi regionali. Tutto ciò, ci lasciano ben sperare per una ripresa della politica regionale in materia di immigrazione ed emigrazione, dopo un silenzio che ormai dura da molto tempo. Come ho avuto modo di illustrare nella lettera a suo tempo inviatale, la consulta regionale dell’emigrazione e dell’immigrazione sulla quale siamo stati convocati oggi, è inattiva fin dal 1999, mentre non hanno trovato applicazione i due decreti uno del 2000 a firma Papania ed uno del 2010 a firma Leanza. Anzi sulla scia dell’obblio, fin dal 2012 ogni provvedimento previsto dalle leggi 55/80 e 38/84 sono spariti dal bilancio della Regione. Noi abbiamo cercato di tenere accesa la fiaccola del contatto, del collegamento con la vasta rete associativa che in oltre 50 anni di attività siamo riusciti a mettere in piedi. Anche se a fatica, abbiamo continuato anche a spese nostre, a collegarci con questa rete, consapevoli del fatto che si tratta di una potenziale risorsa che può essere, come in passato, volano per una politica di sviluppo dell’Isola. Che l’emigrazione sia una risorsa lo dimostrano i tentativi che oggi si fanno per coinvolgere l’emigrazione nella ripresa economica lasciataci dalla pandemia. Si parla infatti di turismo delle radici, di mangiare siciliano, si potrebbe anche parlare di joint venture per canalizzare risorse e capitali freschi versoi le nostre industrie e le nostre produzioni. Ma voglio attenermi all’argomento di oggi, che è la consulta regionale e certamente la legislazione regionale in materia di emigrazione. Da tempo sollecitiamo un ammodernamento della legge 55/80 e successive modificazioni. Abbiamo anche fatto in modo che in passato diversi disegni di legge venissero presentati, in modo da superare alcuni limiti della legge rendendola più aderente alla realtà migratoria di oggi. Come CARSE abbiamo anche messo in cantiere un disegno di legge che modifica la 55/80, ma non lo abbiamo mai ufficializzato, considerato il progressivo disimpegno della regione in materia. Oggi, siamo lieti che finalmente questo incontro si sia potuto realizzare fidando che non sia l’ultimo e che ci consenta di recupere il tempo perduto. Riteniamo sia utile prevedere poche cose fattibili, in modo da dare un segnale forte di ripresa dell’attenzione verso le nostre comunità all’estero. La prima cosa da fare, su questo siamo d’accordo con l’On Assessore, è fare partire il lavoro preparatorio per nominare la nuova consulta procedendo al suo insediamento. Un'altra iniziativa prevista nella legge 55/80 che ci sentiamo di suggerire, è la convocazione della quarta conferenza dell’emigrazione. La terza ormai è troppo lontana per corrispondere alla nuova realtà, stiamo parlando di una conferenza tenuta a febbraio del 1991. La conferenza ci permetterà di aggiornare l’analisi sul fenomeno migratorio, puntando l’attenzione sia sulla vecchia emigrazione, che sulla nuova. Dalla Sicilia sono partiti parecchie diecine di migliaia di giovani depauperando ulteriormente il nostro tessuto sociale. Rivolgere la nostra attenzione su questo nuovo dramma in espansione credo sia un dovere del mondo associativo per fornire i necessari servizi di supporto, ma anche della politica per mettere a punto dispositivi intanto atti a frenare l’emorragia ed in secondo luogo a pensare a come incentivare una politica di rientro, per garantire un futuro alla Sicilia. Per quanto ci riguarda, stiamo lavorando per essere coinvolti nell’accordo che il CGIE ha firmato a Palermo con l’Ersu, per portare avanti una politica di espansione ella conoscenza della lingua e della cultura italiana. Oggi che si parla di riduzione dei parlamentari eletti all’estero, credo che si debba pensare ad un rafforzamento del ruolo del CGIE, che assieme ai COMITES rappresenta il vero parlamentino dove maturano le politiche dell’emigrazione. Un’ultima cosa mi permetto aggiungere. Nel 2008 venne eliminata la delega all’emigrazione che era accorpata al lavoro. Da allora l’attenzione sull’emigrazione è progressivamente scemata. Come presidente del CARSE, sicuro di interpretare anche il sentimento di tante altre associazioni, mi faccio portavoce dell’esigenze di ripristinare la delega assessoriale all’emigrazione pur restando all’interno delle deleghe della Famiglia. Ciò detto, restiamo a completa disposizione dell’On assessore pere tutto quello che riterrà opportuno coinvolgerci nello spirito di quanto prevedono le leggi 55/80 e 38/84