(SA) - E’ il caso di dire: “c’era una volta l’assessorato all’emigrazione”, ci riferiamo alla delega accorpata a quella del Lavoro della formazione e della previdenza sociale, che aveva una struttura che seguiva le tematiche dell’emigrazione, che aveva contatti continui con le associazioni regionali e che gestiva tutto quanto previsto dalle leggi 55/80 e 38/84.

Tale impegno politico della Sicilia che fino al 1999 ebbe la sua Consulta Regionale dell’Emigrazione e dell’Immigrazione, sopravvisse fino al 2008, con l’avvento dell’era Lombardo, che nella distribuzione delle deleghe, fece scomparire la delega all’emigrazione e cominciò a svuotare la legge che riguardava i siciliani all’estero. Primo a scomparire fu l’art, 26 della legge 55/80 e successive modificazioni, che permetteva alle associazioni di organizzare corsi, incontri, dibattiti, conferenze, seminari e la conferenza regionale dell’emigrazione che giunse alla sua terza edizione e si fermò definitivamente. Il presidente Lombardo avocò alla presidenza la gestione dell’art. 26 e da allora non è stato più possibile realizzare nessuna delle attività in esso previste, compresa la conferenza regionale della quale già da tempo non si parlava più nonostante le svariate sollecitazioni delle associazione regionali. Col passare del tempo, tutta l’impalcatura che sovrintendeva alle attività rivolte ai siciliani all’estero ed alla collaborazione portata avanti dalle associazioni storiche dell’emigrazione siciliana previste dalla legge, venne progressivamente smantellata. Non solo scomparve la Consulta, non solo venne eliminata la delega specifica all’emigrazione che tutte le altre regioni mantengono accorpata a quella del lavoro, come è giusto, ma venne disattesa tutta la legislazione in materia di emigrazione, che come tante altre volte abbiamo detto, oggi è riportata nei documenti della regione solo per memoria. Infatti accanto a tutti i capitoli della legge, oggi si può solo vedere la sigla PM, che suona come una sorta di lapide posta su tutta la materia. Rivolgere il pensiero ai milioni di siciliani oriundi sparsi per il mondo, oltre che ai circa ottocentomila siciliani emigrati ed in possesso di cittadinanza è doveroso per un governo che vuole occuparsi dei propri cittadini. Acuire l’attenzione sul dramma dell’emigrazione specialmente oggi, che vede nuovamente consistenti flussi di giovani abbandonare la Sicilia in cerca di un lavoro dignitoso dovrebbe essere uno dei pensieri principe di un governo che non può ignorare o sottovalutare il problema. Per questi ed altri motivi ancora, oggi l’USEF ritiene sia opportuno e doveroso ripristinare la delega dell’emigrazione, costruendo attorno ad essa la struttura organizzativa necessaria che deve essere punto di riferimento delle associazioni regionali dell’emigrazione e gestire quall’albo regionale delle associazioni che da tempo invochiamo, anche per censire le associazioni e le federazioni sparse all’estero che con costanza si occupano delle nostre comunità. Ci rivolgiamo quindi al governo ed al Presidente Musumeci, affinché esaudisca questa nostra richiesta e dia il via ad una politica nuova in direzione degli emigrati e degli immigrati, unitamente al rispetto di una legge, la 55/80 e successive modificazioni, che da troppo tempo rimane inapplicata a discapito di tanti corregionali che vogliono essere ricordati e tenuti in considerazione come lo si fa di una potenziale risorsa, che in vario modo può aiutare il rilancio economico e produttivo dell’Isola. (Salvatore Augello)