(fonte PD area welfar) Trovando l’argomento di rilevante importanza, abbiamo deciso di pubblicarlo sul nostro sito, per dare conto anche di quanto di positivo avviene nella lotta alla mafia. Non volendo né togliere, né aggiungere niente, pubblichiamo l’articolo così come il suo autore lo ha scritto, in tutta la sua interezza. MAFIE Beni confiscati, don Ciotti: ''Ormai nessun mafioso si intesta più nulla'' Sono più di 7.800 i beni sottratti alla malavita

secondo i dati dell'Agenzia del Demanio della fine di marzo 2008. Il presidente di Libera ''Servono strumenti per risalire ai prestanome'' ROMA - Un milione i pacchi di pasta, 200 mila bottiglie tra olio e vino, 100 mila vasetti di melanzane, miele, peperoncino, più di 250 mila confezioni di taralli e legumi, 8 mila i pacchi di Natale: sono questi i numeri di Libera contro tutte le mafie raccolti in anni di lavoro sui terreni confiscati alla criminalità organizzata. I frutti della legalità stanno entrando nel mercato italiano. Grazie all'accordo stipulato oggi a Roma con la Confederazione italiana agricoltori, nei prossimi cinque anni l'associazione punta a raddoppiare la produzione creando nuove opportunità di lavoro per i giovani e far crescere la cultura della legalità tra le giovani generazioni. "Quando nel '96 abbiamo raccolto un milione di firme per la legge sulla confisca - spiega Luigi Ciotti, presidente di Libera - , e poi con l'apertura delle cooperative sui beni confiscati di tipo agricolo, abbiamo sentito il bisogno di essere accompagnati da forti competenze perché possano portare professionalità alle cooperative che abbiamo aperto". In Italia, secondo il rapporto di Confesercenti, oltre 7,5 miliardi di euro l'anno sui circa 90 miliardi totali accumulati dalle organizzazioni criminali provengono da quella che viene definita "agromafia". Le cosche riescono inoltre ad intercettare i fondi europei destinati allo sviluppo agricolo del Mezzogiorno. Dal 2007 al 2013 Bruxelles destinerà all'Italia 100 miliardi di euro. In altri paesi europei, come Spagna e Irlanda, i fondi sono serviti per rilanciare l'economia nelle zone più svantaggiate, mentre in Italia, sostiene Libera, "parte dei fondi sono già svaniti e rischiano di scomparire nei mille rigagnoli del clientelismo e della corruzione. I successi della lotta alle mafie non devono però far abbassare la guardia: assieme alle nuove opportunità di combattere la criminalità si affinano anche nuove truffe". "Da quando c'è la legge - continua don Ciotti - non c'è un mafioso che ha intestato un bene a sé. Bisogna quindi attrezzare la legislazione per risalire ai prestanome che ci sono dietro e trovare degli strumenti più forti perché la confisca sia ancora più efficace". Sono più di 7.800 i beni sottratti alla malavita secondo i dati dell'Agenzia del Demanio della fine di marzo 2008. Gli ettari di terreno confiscati gestiti da Libera oggi sono quasi 600, soprattutto nel Sud Italia. 435 solo in Sicilia, 92 in Calabria, 54 in Puglia e dieci nel Lazio. In Campania si sta aspettando l'assegnazione di un terreno confiscato e la nascita di una nuova cooperativa. I beni gestiti da Libera sono solo una piccola parte, ma hanno una fertilità del tutto particolare. "Questi terreni - continua don Ciotti - hanno due tipi di fertilità: la prima perché i mafiosi hanno scelto sempre terreni pregiati, zone belle e strategiche, poi perché si dà dignità, futuro e speranza alle persone. Inoltre le cooperative sono di tipo B, e vuol dire che hanno un'attenzione particolare alle persone più deboli e più fragili. Questo mi sembra che sia un segno importante". Numerosa anche la presenza dei giovani che hanno partecipato ai campi di lavoro del progetto "E State Liberi!" per un totale di 100 mila ore di lavoro volontario coinvolgendo braccia e cuore di oltre mille giovani. "Questo è uno dei più grandi schiaffi che si dà alla criminalità e alla mafia, perché per loro i terreni rappresentano il potere, l'immagine il controllo del territorio. Vedere dei giovani del posto che lavorano su quello che era la fonte del potere della criminalità è un segno che continua a dare coraggio e forza alla gente. È la dimostrazione che è possibile combattere la mafia. Chiediamo il miglioramento della legge, che sia più ferrea e agguerrita, più attenta, ma chiediamo anche di creare le condizioni perché le cooperative possano partire". (Giovanni Augello)