(Salvatore Augello) E’ con un decreto dell’agosto 2000, che è stata nominata l’ultima Consulta Regionale dell’emigrazione, la penultima era stata insediata dall’allora Assessore al Lavoro On. Giuseppe Drago, nel dicembre del 1993 ed è durata in carica fino al dicembre del 1997. Da allora, ogni sforzo è stato inutile per riuscire ad avere la nuova consulta ed il rispetto del decreto dell’agosto del 2000, emesso dall’allora Assessore On. Papania.

Diversi sono stati gli interventi delle associazioni, per rimettere in carreggiata la Consulta e per richiedere il rispetto della legge, che non solo obbligava al suo insediamento, ma obbligava anche a tenere almeno tre riunioni all’anno. Non c’è stato verso di fare ripartire questo importante organismo, a nostro avviso osteggiato dalla destra, per la sua composizione, mal capito dalla sinistra, che non si interessata, o no lo ha fatto adeguatamente, affinché trovasse soluzione il funzionamento della consulta, che vale la pena ricordare, ha rappresentato a pieno titolo oltre cinque milioni di cittadini siciliani d’origine o di passaporto. Solo quest’ultimi, secondo stime ministeriali, sono oltre settecentomila, che mantengono ancora la cittadinanza italiana. Ci fu un momento che si cercò di farla passare per ente inutile da sciogliere, ci fu ancora un momento che si cominciò a dire che era difficile riunirla per la sua pletoricità, teoria in voga ancora oggi. Ora, è pure vero, che una consulta pensata e costituita per la prima volta nel 1975, abbisogna di alcune modifiche, di alcune correzioni di rotta, ma è anche vero, che non si è voluto nfare funzionare questo organismo per scelta politica dei vari governi, considerato che nella fase di redazione del bilancio non venivano inserite le somme necessarie al suo funzionamento. Oggi si ritorna a parlare di consulta e lo fanno alcuni deputati, che hanno presentato disegni di legge in proposito. Di questi disegni di legge, che cercheremo di esaminare ad uno ad uno, oggi abbiamo scelto quello dell’On. Alessandro Aricò (nella foto), eletto nelle liste del PDL. Il disegno di legge titola: “ istituzione della nuova Consulta Regionale della Emigrazione”, è stato annunciato in Aula il 24 giugno del 2008 e si compone di quattro articoli. Nella relazione del deputato proponente, si legge tra le altre considerazioni: “ La Consulta stessa però ha registrato, in quasi un trentennio di attività, diversi problemi organizzativi che ne hanno spesso ostacolato il funzionamento e quindi la capacità di incidere sulle problematiche legate all’emigrazione.” E’ evidente che i problemi organizzativi si fanno risalire al numero dei componenti la Consulta, che dall’On. Aricò, oggi viene riproposta nelle stesse identiche forme degli artt. 2 e 3 della legge 55/80 e successive modifiche, con una forte riduzione dei propri componenti. Nella legge 55/80, infatti, la Consulta prevedeva un numero di componenti pari a 63, di cui n° 25 emigrati all’estero. La nuova Consulta, viene ridotta del 64% passando a 25 membri di cui solo 9 (60% in meno) in rappresentanza degli emigrati all’estero. Ora, noi siamo o primi a riconoscere che un aggiustamento della Consulta, dopo 33 anni si imponeva, sia per le esperienze acquisite, sia per le nuove esigenze che pone oggi l’emigrazione, sia per una ridistribuzione della rappresentanza estera, chiaramente sbilanciata verso l’Europa. Lo abbiamo detto diverse volte, è stato messo in diversi documenti delle associazioni, che da tempo rivendicano non solo la nuova consulta, ma una nuova legge che riveda tutta la materia. Ma un conto è rivedere il tutto, un altro conto è pensare di fare rappresentare l’emigrazione da solo 9 consultori di cui tre provenienti dall’Europa e sei dalle Americhe e dall’Oceania. Su questo terreno, cercheremo di confrontarci con l’On. Aricò, a cui chiederemo un incontro, magari come associazioni, ma siamo del pare che una riduzione drastica della consulta, anche se la rende più snella, non sarebbe rappresentativa della realtà, per cui, ripigliano un nostro vecchio suggerimento, riteniamo che la Consulta debba essere sì ridimensionata, ma ij maniera razionale senza snaturarne la rappresentatività. Noi vediamo una Consulta ridotta da 63 a 36 membri, di cui 20 in rappresentanza degli emigrati, così ripartiti: 2 Francia, 3 Germania, 2 Benelux, 2 Svizzera, 2 Inghilterra ed Irlanda, 2 Nord America, 1 Canada, 4 America centrale e del Sud, 2 Australia ed Africa. I rimanenti 16, verrebbero così suddivisi: 7 rappresentanti delle associazioni regionale previste dall’art. 9 della legge 25/75, 7 esperti nominati dall’Assessore, 1 rappresentante del Ministero degli Esteri, il Direttore dell’Assessorato Lavoro. Accanto a questi, in qualità di invitati permanenti senza diritto di voto, vedremmo anche i rappresentanti dei Sindacati e dei Patronati. La nuova distribuzione dei rappresentanti degli emigrati, tiene conto della quantità di cittadini con passaporto italiano residenti nelle varie realtà geografiche, in un piano di parità. A completare la nuova struttura, crediamo sia opportuno confermare un esecutivo della Consulta che faccia da collegamento tra l’Assessorato e l’Istituzione Regione e la Consulta stessa. Crediamo che questa sia la soluzione ottimale per rimettere in moto un organismo che sia allo stesso tempo snello, rappresentativo, funzionante, fermo restando che l’obiettivo di fondo resta quello di rivedere tutta la legislazione regionale in materia di emigrazione, che necessita di una profonda rivisitazione.