Da quanto tempo sentiamo parlare del ponte sullo stretto? Il primo annuncio credo si perda nella notte dei tempi, quando nacque la prima società che cominciò a spendere denaro pubblico senza produrre niente. Perché niente a tuttora è stato prodotto, anche se qualche presidente ha persino inventato la inaugurazione di un cantiere. Eppure sul ponte si è sviluppa tutta una letterature che ha visto intrecciare interessi diversi ed a volte anche pericolosi se si pensa che anche la mafia, secondo quando riferivano alcune notizie di stampa, aveva manifestato il proprio interesse. La storia del ponte sullo stretto ha appassionato diversi deputati e presidenti del consiglio oltre a presidenti della regione. Mi viene in mente Berlusconi e Cuffaro, ad esempio. Un risultato lo abbiamo comunque avuto, ogni volta che si è parlato di alta velocità al nord, è spuntato il ponte quasi a fare da contraltare per la Sicilia ma nel frattempo venivano falcidiate le tratte di binario e le corse che a fatica percorrevano il solito binario unico spesso soggetto anche a frane e dissesti di varia natura. Oggi è la volta di Alfano di parlare del ponte sullo stretto da realizzare in un momento a dir poco infelice. Siamo infatti in attesa di vedere riprendere il traffico sulla A19 Palermo Catania interrotta da sette mesi a causa di una frana cha ha abbattuto i piloni del viadotto di Scillato. Anzi, ironia della sorte, si prepara in pompa magna l’inaugurazione della nuova bretella che deve permettere la ripresa del traffico ed in passato si è anche inaugurata la così detta bretella 5 stelle, altamente pericolosa, che è consistito per lo più in una spesa inutile per realizzare una trazzera pericolosa più idonea a creare un battage pubblicitario che una soluzione vera e propria. A questo punto viene spontanea una domanda: ma che cosa se ne farebbe oggi la Sicilia del ponte, se poi non esistono strade, ferrovie, infrastrutture per raggiungere questo benedetto ponte, che spunta o in campagna elettorale o in momenti di grande crisi come quella che stiamo attraversando? E’ bastato che piovesse un poco fuori dalle norme, per vedere la Sicilia crollare. Frana a Scillato, frana a Fiumefreddo, ferrovia interrotta sulla Catania Palermo, strade provinciali impraticabili, viabilità all’interno della Sicilia fatiscente. E parliamo di ponte? Ma quale ponte? Vogliamo costruire la ferrari, quando disponiamo appena del carretto? Forse dovremmo smetterla di parlare di ponte e dovremmo parlare di costruire strade, oltre al lavoro che si sta facendo sulla 640 Agrigento Caltanissetta. Dovremmo parlare di strade nazionali che colleghino meglio i comuni della Sicilia interna, dovremmo parlare di doppio binario invece di sbandierare l’alta velocità del nord che serve solo a documentare che lo sviluppo dell’Italia è a velocità diverse superiori a due. Solo quando avremo risposto a queste esigenze elementari, che stanno alla base del vivere civile, solo dopo avere dato l’acqua a tutti i cittadini siciliani, dopo avere provveduto senza ulteriori indugi ad una politica di salvaguardia del territorio, attraverso anche opere di forestazione, pulizia dei fiumi e dei torrenti, dopo che avremo potenziato il trasporto merci su ferrovia e su acqua, forse potremo ricominciare a parlare di ponte, sicuri che esso potrà essere raggiungibile e fruibile da macchine, da camion, da treni, in poche parole dalle merci e dalle persone. Ora, rispolverare il ponte in questo momento in cui il popolo siciliano è costretto a sopportare drammi di varia natura, sembrerebbe non solo una presa per i fondelli, ma anche e principalmente un’offesa all’intelligenza di un popolo che forse è stato fin troppo paziente. Salvatore Augello