(Salvatore Augello) Assistenza o investimento in direzione dell’emigrazione risorsa? (nella foto, giovani emigrati)

E’ il caso di dire: “ finalmente la montagna partorì il topolino”. Sono passati quattro mesi dalle elezioni, dopo vicende alterne: prima la lite nella maggioranza per la nomina degli assessori, poi la rottura all’interno dei partiti che compongono il PDL, per la divisione del potere, tanto da ritardare la elezione del Presidente dell’Assemblea Regionale, sulla cui testa si sono addensate le nubi delle rotture interne,

tanto da arrivare alla sua elezione solo alla terza votazione, poi, infine il tempo necessario per mettere su gli uffici di gabinetto e quelli di diretta collaborazione con gli assessori. Finalmente, dopo avere inviato richieste, ad oggi ancora inevase di un incontro tra il nuovo Assessore On. Carmelo Incardona e le associazioni storiche che si occupano di emigrazione, dopo avere sollecitato il piano delle attività per il 2008, facendo notare che il tempo per organizzare colonie e campeggi era già scaduto, finalmente arrivano le prime decisioni. Esse riguardano i campeggi ed il turismo sociale. Un vero sforzo, che ha visto le assegnazioni tagliate del 40% rispetto a quelle del 2007. Ora, lasciamo perdere l’entità dei finanziamenti, che mettono in forse la stessa realizzazione delle iniziative, ma una domanda ci affiora alle labra, una domanda che non possiamo eludere, anche perché, questo provvedimento, ci rende muti davanti alle comun ità all’estero che aspettano risposte in due settori di primaria importanza per quanto attiene all’intervento della Regione. Di primaria importanza, abbiamo detto? Si proprio così, perché stiamo parlando di interventi a favore dei giovani (il campeggio) ed a favore degli anziani (il turismo sociale), che se c’è un odo sbagliato di interpetrarle, è quello di ritenere che si tratta dio interventi assistenziali. Non èp di assistenza che si deve parlare, infatti, ma di investimento nei confronti di due settori dell’emigrazione che necessitano una particolare attenzione e che possono dare, così come per il passato è stato, un notevole ritorno sia economico, che culturali. Ritorno economico, perché permettere a queste due categoria di visitare la Sicilia, di conoscerla a fondo, li porta ad amare la loro terra d’origine e ad incentivare flussi turistici di ritorno, che servono all’economia turistica della Sicilia, specialmente in questo momento che il settore si sta dibattendo in tante difficoltà serie. Ritorno culturale, perché i giovani, venendo a contatto con la propria terra d’origine, con la storia e con la cultura della Sicilia, diventano importanti casse di risonanza per diffondere la conoscenza della nostra cultura, molto più potente e più credibile di qualsiasi spot pubblicitario. Arrivare a mettere a punto provvedimenti così limitati, ci porta a dire, che la filosofia di dividere i soldi che ci sono a chi ne fa richiesta, significa accreditare la filosofia secondo la quale, alle associazioni spetta l’ingrato compito di adattare l’iniziativa alla somma assegnata. Questa, è certamente una filovia perdente, che non porta da nessuna parte e che va invece capovolta se si vuole pervenire ad interventi credibili, che abbiano un senso logico. Infatti, sono le risorse economiche che vanno adattate all’iniziativa, alla sua importanza, alla sua ricaduta nella comunità all’estero, alla sua utilità. Solo entrando in questa nuova e corretta filosofia, solo cominciando a pensare a questi interventi come ad un investimento e non certo come ad un intervento assistenziale, che possiamo cominciare a parlare di politica in direzione dei giovani emigrati e degli anziani. Non vedere la cosa da questo mpunto di vista, passare ad una distribuzione asettica di scarse risorse, sa di decisioni che servono a mettersi l’anima in pace, a potere dire abbiamo provveduto, ma alla fine, avremo solo usato i famosi pannolini caldi che certamente non portano né ad affrontare né tanto meno a risolvere il problema. Non sin era mai verificato un taglio del 40% su somme che già negli anni passati risultavano carenti, tanto da suscitare grandi perplessità. Già, persistere nella linea di condotta di non coinvolgere le associazioni nella redazione del piano, è quanto meno inusuale, come inusuale continua ad essere il congelamento della Consulta Regionale e la completa assenza di un tavolo di discussione, per affrontare le tante problematiche dell’emigrazione, che continua ad essere vista come la cenerentola nei piani politici di questa regione, tanto da non meritare di entrare nel discorso programmatico del Presidente On. Lombardo. Io credo che le associazioni tutte debbono prendere coscienza di questa situazione e mettere a punto una condotta unitaria, una piattaforma, da sottoporre prima di tutta all’On. Assessore per poi farne il documento su cui spendere unitariamente le proprie energie, se si vuole in qualche modo incidere in materia di elaborazione di un politica in direzione dei siciliani all’estero. La ricerca personale della soluzione al “proprio problema”, non ci porta a fare passi avanti, ma ci porta solo a disperdere un grande patrimonio organizzativo e di esperienza, che può e deve tornare utile ai fini di un auspicato rinnovo della politica in materia di siciliani all’estero ed ai fini di fornire risposte e servizi sempre più aderenti alla realtà alle nostre comunità.