Si è spenta a Bologna il 13 aprile, all’età di 86 anni, Marta Murotti, comunista e militante per l’emancipazione femminile. Era nata a Zola Pedrosa, in provincia di Bologna il 20 settembre del 1931. Della sua città sarà il primo sindaco donna, dal 1965 al 1975, ma fu anche una delle prime sindache in assoluto in Italia, in un periodo in cui non era facile che le donne arrivassero a questi livelli di rappresentanza. Successivamente fu consigliere e assessore regionale dell’Emilia Romagna. Dalla fine degli anni ’80 si impegnò attivamente a favore degli emigrati italiani nel mondo e degli immigrati in Italia. Componente della Presidenza della Filef nazionale e presidente della Filef dell’Emilia Romagna per quasi 30 anni, fu tra i fondatori della FIEI. E’ a lei, assieme a un altro grande dirigente della Filef di Reggio Emilia, Dante Bigliardi, scomparso pochi anni fa, che si deve un contributo importante per la ridefinizione delle politiche e degli interventi della regione, per gli emigrati e per gli immigrati; e il costante impegno per recuperare la memoria dell’emigrazione emiliano-romagnola, con la realizzazione di tante iniziative, tra le quali, una delle più fignificative, fu l’importante mostra fotografica itinerante in diversi paesi che documentava la storia dell’emigrazione della sua regione e che si era avvalsa di documentazione raccolta nei paesi europei e in quelli sudamericani, "LO SGUARDO ALTROVE", realizzata assieme all'Istituto Santi dell'Emilia Romagna. Nel 2004 il Consiglio provinciale di Bologna le aveva confetrito il "Premio Provincia di Bologna 2004" per il suo impegno "a favore della pari dignità delle donne, della parità di salari e retribuzioni, per l'accesso a tutte le carriere, la tutela della maternità, lo sviluppo di servizi per l'infanzia". Negli ultimi anni, prima dell’incidente stradale che la ha debilitata e portata alla morte, Marta stava scrivendo un suo libro di ricordi e memorie che ripercorreva la sua esperienza politica e di vita. Ce ne lesse alcuni brani presso la sede nazionale della Filef. In esso figuravano anche gli incontri e i rapporti con i grandi personaggio della sua gioventù: Di Vittorio, Togliatti, Papà Cervi, il sindaco di Bologna Fanti. In un passaggio conclusivo del libro di memorie Marta diceva: “Se ripercorro la mia lunga e variegata esperienza di vita e di lavoro vedo cose interessanti e gratificanti e altre inutili o sbagliate, e talvolta anche noiose. Ma è in questo modo che, nel suo complesso, la mia vita quotidiana e privata ha avuto un buon tasso di coerenza con i valori e le cose nelle quali mi è sembrato di credere fin dall’inizio: giustizia e solidarietà, libertà e democrazia, istruzione e cultura per i lavoratori, le donne, i bambini. E’ una affermazione retorica, perfino ingenua? Può darsi, ma io ci credo. E ho idea che quei valori, e la necessità di coerenza nei comportamenti privati e politici, siano molto attuali anche oggi. E magari oggi più che mai!” La FIEI, Filef nazionale e l'Istituo Santi esprimono le proprie condoglianze alla famiglia di Marta e alle associazioni Filef dell’Emilia Romagna. Con Marta se ne va una grande dirigente che ha arricchito il nostro patrimonio di esperienze e di attività. Dobbiamo essere in grado di preservarlo e di portarlo avanti coinvolgendo le nuove generazioni.