(di Valentina Lo Verde) -  Credo che tutti i palermitani ricordino il terremoto avvenuto a Palermo il 6 settembre del 2002, chi lo ha sentito non può dimenticarlo. Il terremoto a Palermo è stato 5.6 gradi della scala Richter, mentre quello che ha sconvolto e distrutto parte dell'Abruzzo è stato di 5.8 gradi.

Una differenza minima, solo che noi palermitani siamo stati davvero fortunati a non averlo proprio sotto i notri piedi ma in mare aperto, mentre loro non possono purtroppo dire altrettanto e ci sono rimasti sepolti sotto. Rileggendo l'articolo de "La Repubblica" (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/09/07/terremoto-panico-palermo.html) ho pensato a quanto Palermo si sia salvata per poco, ed a chissà quanti morti avremmo contato noi se solo l'epicentro fosse stato un pò più in qua. Questo dovrebbe farci riflettere in generale sulla sicurezza delle nostre case, anche in Sicilia, una delle zone più sismiche d'Italia. Penso che oltre a unirci agli abruzzesi ed a condividere il loro dolore, sia anche doveroso fare una riflessione su altri posti a rischio altamente sismico. Quante case sono costruite secondo criteri anti sismici? Quante hanno la sabbia di mare mescolata al cemento? Quante hanno i tondini lisci così che il cemento "scivoli" invece che fare presa? E' il momento che si inizino a controllare i palazzi, le ditte costruttrici, che si facciano rispettare le leggi, e che soprattutto si faccia passare/applicare questa benedetta legge che vincola i costruttori a seguire le regole anti sismiche durante la costruzione degli edifici. Una delle cose che mi rende orgogliosa di essere Italiana, è il fatto che in caso di necessità diventiamo una cosa sola, ci si aiuta fra di noi, la solidarietà scoppia immediata e forte come in pochi altri Paesi al mondo. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che in questo modo i veri responsabili delle tragedie, di cui purtroppo l'Italia è piena, scarichino le loro responsabilità, distolgano l'attenzione dal vero problema, e chiedano a tutti un aiuto immediato in maniera tale da far dimenticare che sono loro i veri responsabili, e che loro dovrebbero pagare, non solo in termini economici, ma soprattutto penali. Ad ogni tragedia sembra che tutto debba cambiare in meglio, ma bastano un paio di mesi e si torna a parlare di altro, ed a lasciare soli coloro che si trovano in difficoltà. Sembrava che queste persone dovessero stare nelle tendopoli solo per poche settimane, prima di trovare una soluzione più consona e più dignitosa, invece sono ancora lì, e cercano di far sentire la loro voce e la loro disperazione, ma i politici sono già diventati sordi e guardano da un'altra parte, alle loro piccole e mediocri beghe. Sembrava che fosse questione di ore e la legge sarebbe stata approvata, ed invece è diventata di nuovo un fantasma di cui non parla più nessuno. Questo mi fa vergognare di essere Italiana. Mi trovo costretta a toccare con il mio sfogo anche le alte sfere ecclesiastiche: non posso assolutamente accettare che un cardinale durante l'omelia ai funerali delle vittime dica: "E' il mistero della morte che ci riunisce e che ci fa inginocchiare davanti a Dio (...) Ci inchiniamo dinanzi all'enigma indecifrabile della morte" Ma quale mistero della morte? Perchè neanche il cardinale ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome? Non c'è niente di misterioso o di enigmatico, semplicemente dei criminali vestiti da persone per bene, hanno speculato sulle costruzioni mettendo a rischio la vita della gente, pensando solo e soltanto ai loro interessi ed al loro guadagno, e questo è il risultato. Ho avuto un brivido profondo leggendo questo articolo, perchè mi sono ricordata di botto la paura, il senso d'impotenza, il pregare Dio che il tetto della casa non ci crollasse addosso, il rumore delle bottiglie di vetro che cadevano dalle mensole ed a quanto quel terremoto non volesse finire mai. Sono stati i 53 secondi più lunghi della mia vita. Dovremmo sempre imparare dalle tragedie passate per evitare che si ripetano in futuro ... ... ma come sempre sono alquanto sfiduciata, penso che in Italia niente cambierà mai veramente perchè manca la volontà di cambiare, e la memoria della gente è troppo corta .... ... tutto scivola via, come il cemento sui tondini.