Quante volte dopo una brutta litigata o semplicemente per chiedere in sposa l’amata si è cercato un modo originale per evitare tanti giri di parole. Quante volte donne moderne e in carriera hanno sognato principi azzurri d’altri tempi, capaci di intonare una serenata sotto al balcone per esprimere il loro amore.

 Nell’era in cui la televisione sbandiera nelle case di tutti gli italiani i sentimenti e le lacrime degli innamorati, a Piazza Armerina torna in auge “la serenata”, un’usanza tanto antica quanto dimenticata che, ai tempi dei nostri bisnonni, era uno dei pochi modi per “dichiararsi” all’amata e alla famiglia. Il prossimo fine settimana – venerdì 5 e sabato 6 dicembre - per le strade di Piazza Armerina sarà possibile incontrare un gruppetto di gente che, dopo aver frequentato il laboratorio “Dicinnu bella lu cori m’abballa” ideato e condotto da “I Petri ca addumunu”, omaggeranno qualche fortunata ragazza di una romantica serenata. L’iniziativa, che prevede l’organizzazione attraverso una piccola rete di collaboratori, è la degna conclusione del laboratorio inserito all’interno del progetto “La storia non è finita” organizzato da Estreusa Ideazioni d’Arte in collaborazione con le associazioni Arpa e Moysikos. I trenta partecipanti, compresi tra i 16 e gli 82 anni di età, hanno appreso alcune tra le principali tecniche e stili delle serenata siciliana, attingendo ai diversi repertori popolari, ma anche alla memoria di alcuni degli stessi corsisti che hanno condiviso antiche memorie di canti a contrasto, canzoni e storie fascinose, con il resto dei partecipanti al laboratorio. Si tratta di un breve repertorio di canzoni d’amore provenienti dal sud Italia, quelle che meglio descrivono l’alto grado di circolarità della cultura orale nella tradizione musicale e canora italiana. In particolare “I Petri ca addumunu” si sono concentrati su “Tu bella ca lu tieni lu pettu tunnu” della tradizione pugliese, “Vurria ca fusse ciaola” della tradizione napoletana, “Oh rinninedda ca passi lu mari” della tradizione orale siciliana e “Occhi turchini” di quella calabrese. “Con la complicità della famiglia eseguiremo almeno tre brani del repertorio – assicura Davide Campisi de “I Petri ca addumunu” – anche se ogni serenata è sempre diversa una dall’altra. C’è chi si affaccia subito e chi, nonostante il vicinato sia già tutto per strada, continua a guardare la tv. In ogni caso si tratta di un omaggio molto romantico ed emozionante che affonda le sue radici in una tradizione antica quanto l’uomo”. Tutti coloro che vorranno regalare gratuitamente una “Serenata” possono prenotarla chiamando al numero 338.1569137 e dovranno solamente rendesi complici dell’organizzazione.